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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Fer: “Investimenti potenziali per 82 mld €, in gran parte al Sud”

Rapporto Svimez/Ref Ricerche. I nodi da sciogliere per il raggiungimento dei target (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Investimenti per oltre 82 miliardi di euro, con un impatto di 148 miliardi sul valore della produzione. Con particolari effetti positivi sulle regioni meridionali.


Sono le cifre legate al possibile raggiungimento degli obiettivi sulle Fer da parte dell’Italia, stimate dal Report della Svimez redatto con la collaborazione scientifica di Ref Ricerche e che ha avuto come sponsor Enel Green Power.

Il rapporto “Le prospettive di sviluppo delle energie rinnovabili in Italia e nel Mezzogiorno. Stato dell’arte e valutazione di impatto degli investimenti nel settore eolico e fotovoltaico” è stato presentato il 21 dicembre a un evento a cui hanno preso parte Luca Bianchi (direttore Svimez), Stefano Palermo (che ha curato il Report), Fabrizio Iaccarino (responsabile sostenibilità e affari istituzionali Enel Italia), Eleonora Petrarca (responsabile business development Italia Enel Green Power), Antonio Martini (direttore generale dipartimento energia Regione Siciliana), Edoardo Zanchini (vice presidente Legambiente), Roberta Lombardi (assessore alla Transizione Ecologica Regione Lazio) e Alessia Rotta (presidente Commissione Ambiente della Camera).

Lo studio evidenzia in particolare che il Mezzogiorno “può assumere un ruolo di guida, relativamente allo sviluppo del fotovoltaico e dell’eolico, ambiti nei quali si registra già un buon posizionamento dell’Italia in Europa e delle regioni meridionali rispetto al resto del Paese”.

Il buon posizionamento del Sud  emerge chiaramente dalla ripartizione territoriale della produzione da Fer. Su un totale di 115.847 GWh nel 2019, il 33,5% è riconducibile al Mezzogiorno, il 27,7% al Nord-Ovest, il 24,8% al Nord-Est e il 14% al Centro Italia. Contribuisce al risultato del Mezzogiorno la sostanziale concentrazione in quest’area dell’eolico (96,5%) e il ruolo di primo piano nel solare (40,5% a fronte del 22,4% del Nord Est, del 18,9% del Centro e del 18,2% del Nord Ovest).

Muovendo dall’analisi degli obiettivi indicati dal Pniec e dagli altri più recenti documenti di programmazione, la Svimez ha calcolato il costo necessario ad attivare i nuovi impianti eolici e fotovoltaici ‒ così da centrare gli obiettivi di decarbonizzazione ‒ e il conseguente volume di investimenti teoricamente necessario per la loro realizzazione. Come detto, si parla di oltre 82 mld €, di cui 48 mld al Sud (58,9% del totale). 

Il Valore aggiunto addizionale sarebbe di 55 mld €, ossia per ogni euro di investimento se ne creerebbero 1,8 nell’intero sistema economico. In termini di incidenza sul Pil parliamo di un +3,1% sul 2019 a livello nazionale. Anche in questo caso sarebbe maggiormente rilevante nelle regioni del Mezzogiorno (+5%) rispetto al CentroNord (+2%). L’incidenza sul Pil sarebbe particolarmente significativa in Basilicata (17,3%), Molise (10,3%), Puglia (8,0%) e Sardegna (5,8%).

Gli investimenti complessivamente ipotizzati sarebbero tali da attivare, nell’intero periodo, 373 mila occupati aggiuntivi, di cui 156 mila nelle regioni meridionali e la parte restante, pari a 164 mila, in quelle del Centro-Nord.

Lo studio si sofferma infine sulle condizioni per “rimuovere tutti gli ostacoli e le barriere che in qualche misura frenano tale processo. In particolare: ridurre e rendere certi i tempi degli iter autorizzativi; individuare le aree idonee per le Fer (l’impatto sul consumo di suolo funzionale ad accrescere gli impianti “sarebbe comunque estremamente contenuto”); il fatto che gli interventi assunti dal decisore pubblico siano affiancati da quelli dei principali operatori del mercato; agevolare un’ampia accettazione politica e sociale degli impianti rinnovabili come fattore abilitante alla transizione energetica, favorendo il dialogo tra cittadini, Istituzioni e gli stakeholder interessati.