Quotidiano Energia - “Il gas naturale potrà giocare un ruolo di ‘ponte’ nel sostenere la transizione dell’economia, ma non rispetta i requisiti per essere considerato una ‘attività di transizione’ e la sua inclusione nella tassonomia sarebbe perciò fuorviante”. Non è un’opinione tra le tante quella espressa dall’Institutional investors group on climate change (Iigcc), considerato che il gruppo rappresenta oltre 370 investitori con asset per 50.000 miliardi di euro.
In una lettera aperta inviata martedì 12 ai rappresentati degli Stati membri Ue, agli europarlamentari e alla Commissione Ue, Iigcc afferma che “l’inclusione del gas nella tassonomia minerebbe le ambizioni della Ue di di fissare un benchmark internazionale per una classificazione sostenibile delle attività economiche credibile e basata sulla scienza”.
Inoltre, la proposta di atto delegato della Commissione “comprometterebbe seriamente lo status dell’Europa di leader globale della finanza sostenibile, innescando potenzialmente una ‘corsa al ribasso’ che potrebbe diluire il livello di ambizione climatica delle tassonomie emergenti”.
Gli investitori, tra i quali figurano Assicurazioni Generali e la Sgr Ambienta di Nino Tronchetti Provera, sottolineano che “il proposito fondamentale della tassonomia è indirizzare i capitali verso attività economiche pienamente compatibili con l’impegno della Ue di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni del 55% entro il 2030”.
“In un momento in cui abbiamo bisogno di chiarezza, l’inclusione del gas crea un precedente inutile e confonde le acque per gli investitori”, ha affermato la ceo di Iigcc, Stephanie Pfeifer.