"Questa Europa a me piacerebbe vederla cambiata, più veloce nelle decisioni, più coinvolgente, meno distante dalle comunità locali", dice Bonaccini. "Credo che l'Europa sia di fronte ad un bivio, deve decidere se diventare di più l'Europa delle persone, dei territori, del lavoro e dell'impresa e meno l'Europa della burocrazia, delle istituzioni lontane dai cittadini, o persino della finanza", spiega. "Ma - sottolinea - non dimentico che quest'Europa è anche contemporaneamente l'Europa che attraverso le politiche di coesione garantisce ad esempio alla mia regione diversi miliardi di euro da poter utilizzare per dare risposte ai cittadini". E occorre ricordare, afferma Bonaccini, che da quando ci sono le istituzioni europee questa parte del mondo da decenni non conosce l'orrore della guerra. Quindi "è un'Europa che oltre a qualche critica deve ricevere qualche applauso", dichiara.
"Dopodiché per fare un'Europa più sociale e solidale, che non condivida solo la moneta ma anche le politiche, è evidente che la responsabilità non è solo dell'Europa, in quanto tale indefinita, ma anche delle singole nazioni", conclude.
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