"Le importazioni auto dall'Ue non minacciano o diminuiscono il benessere dell'industria ed economia Usa", anche perché, sottolinea il rapporto inviato da Bruxelles a Washington, "l'industria Ue e Usa sono specializzate in segmenti di mercato ampiamente differenti", e per di più "negli ultimi 5 anni le importazioni dall'Ue sono state stabili e correlate alla crescita generale del Pil Usa". Non solo. Al contrario, i produttori auto Ue "contribuiscono in modo significativo al welfare e all'occupazione Usa", con "120mila posti di lavoro diretti negli impianti manifatturieri" e altri "420mila posti di lavoro con i fornitori", e "restrizioni commerciali è verosimile che portino a costi di produzione più alti per i costruttori basati negli Usa, quindi negli effetti una tassa sulla popolazione americana". Di conseguenza, "non c'è nessuna minaccia alla sicurezza nazionale da parte delle importazioni auto e di pezzi di ricambio", e "misure commerciali restrittive sarebbero contrarie alle regole internazionali".
A questo danno diretto all'economia americana da 13-14 miliardi di dollari di pil Usa, si aggiungerebbero poi le contromisure Ue, "con un volume molto significativo di esportazioni Usa colpite, stimata a 294 miliardi di dollari o attorno al 19% delle esportazioni totali Usa del 2017. La Commissione Ue ha quindi chiesto di poter partecipare alle audizioni pubbliche che terrà il Dipartimento del commercio Usa in programma il 19 e il 20 luglio a Washington.
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