Sì all'iniziativa dei 'Tre mari'
lanciata due anni fa dalla Polonia, soprattutto se attraverso la
realizzazione di "corridoi" - a partire da quelli concreti di
trasporti ed energia - arriva a riunire l'Est e l'Ovest
dell'Europa, rispettando però lo "stato di diritto" o altrimenti
investire "non ha senso". E' il messaggio portato dal presidente
della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a Bucarest al terzo
forum dei 'Tre mari', un'iniziativa lanciata due anni fa dalla
Polonia a cui hanno aderito 12 stati membri tra Mar Baltico, Mar
Nero e Mar Adriatico, e che ha il sostegno del presidente Usa
Donald Trump. "Vorrei portare tutto il sostegno della
Commissione europea all'iniziativa", ha detto Juncker che vi ha
partecipato per la prima volta, per "incoraggiare ad aprire
nuovi corridoi di unione tra le due parti d'Europa, non solo tra
il Sud e Nord ma anche tra l'Est e l'Ovest" perché "ho sempre
pensato che l'Europa dovrebbe respirare con i suoi due polmoni,
l'Est e l'Ovest, e se non lo fa perde il fiato".
Da qui l'invito di Juncker a mettersi "d'accordo su una
cooperazione rafforzata nel senso proprio del termine" tra le
due parti del Vecchio Continente, per "inventare, perseguire,
portare a compimento un progetto che parli a tutti gli europei a
prescindere dal luogo in cui vivono". Allo stesso tempo, però,
il presidente della Commissione ha lanciato il monito - rivolto
indirettamente a Polonia e Ungheria, dove la prima ha già aperta
la procedura dell'art. 7 mentre la seconda la rischia dopo il
voto dell'Europarlamento - di "rispettare lo stato di diritto"
che "è sempre stato il mio messaggio". "Per noi Commissione e
per noi Unione europea nella sua stragrande maggioranza,
l'applicazione dello stato di diritto mantiene la sua
importanza", e quindi, "senza applicarlo, gli investimenti non
hanno alcun senso".
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