Tutte le parti devono “presentare ambiziosi contributi determinati a livello nazionale (NDC)” e gli altri paesi sviluppati devono aumentare “con urgenza” i loro contributi al fondo per il clima da 100 miliardi di dollari l'anno per i paesi poveri. Sono alcuni passaggi del doppio mandato consegnato ai negoziatori Ue dai ministri dei Ventisette per la Conferenza delle parti sul clima di Glasgow (Cop26), in programma a novembre. Parliamo di due mandati, uno licenziato dai ministri dell’ambiente, e l’altro da quelli delle finanze.
I Ventisette chiedono che a Glasgow sia fissato un orizzonte temporale comune di 5 anni per attuare gli impegni di riduzione delle emissioni inclusi nell'NDC di ciascun paese. Per l'Ue sarà il 2031, ma solo nel caso in cui tutte le parti si siano accordate in tal senso e in modo coerente con la legge europea sul clima. I ministri dell'economia sottolineano che prezzo del carbonio e l'eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili dannosi per l'ambiente "sono componenti chiave" per "spostare i flussi finanziari verso investimenti sostenibili e climaticamente neutri, e per sostenere una transizione giusta".
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