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Liese (Pe): la riforma dell'ETS sia più mirata per l'industria

Liese (Pe): la riforma dell'ETS sia più mirata per l'industria

Il relatore dell’Europarlamento all'ANSA: fondo modernizzazione anche alle Regioni

21 gennaio 2022, 09:43

Redazione ANSA

ANSACheck

Peter Liese - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un ETS "molto più mirato per l'industria", con un "sistema bonus-malus" che premi "chi implementa tecnologie pulite" e penalizzi "chi continua ad emettere". Un forte sostegno all'inclusione "disperatamente necessaria" del trasporto marittimo. Infine, un legame "molto più forte" tra i ricavi del sistema e l'aiuto ai cittadini "a compiere la transizione". Sono i tre punti principali che l'eurodeputato tedesco della CDU Peter Liese indica all'ANSA, circa il suo rapporto sulla riforma dell'Ets, il mercato Ue della CO2.

In realtà, gli spunti sono molti di più. Dalla chiusura totale al nucleare alla distribuzione dei finanziamenti del Fondo di modernizzazione anche alle regioni. Dalla possibilità per gli Stati di chiamarsi fuori dal controverso Ets ad hoc per riscaldamento e trasporto su strada alla bocciatura netta del fattore di correzione intersettoriale. Il rapporto dovrà essere discusso in commissione Ambiente e sarà modificato. In questa intervista, Liese illustra i punti essenziali del documento di partenza.

Secondo il rapporto Liese, gli Stati membri potranno chiamarsi fuori dal controverso sistema Ets per trasporti su gomma e riscaldamento. Ma, assicura, senza compromettere gli aiuti da 70 miliardi proposti dalla Commissione nel Fondo sociale per il clima, che nei piani di Palazzo Berlaymont sono direttamente collegati all’estensione dell’Ets. "Secondo la mia proposta il fondo sarà anticipato di un anno, così come l’entrata in vigore di tutto il nuovo Ets". Cioè, l'emissione dei permessi Ets e gli obblighi di conformità dovrebbero essere applicabili a partire dal 2025 e non dal 2026, come previsto dalla Commissione. "Quegli Stati membri che decidono di rinunciare" all’Ets trasporti e edifici “dovranno trovare altri fondi nel loro bilancio nazionale – spiega Liese – ma il Fondo avrà le stesse dimensioni e partirà un anno prima”.

Nel suo rapporto il coordinatore del Ppe in commissione Ambiente modifica la tempistica per l’avvio del sistema per trasporti marittimi e aerei in modo da “guadagnare” quote e così evitare l’applicazione del fattore di correzione intersettoriale, il meccanismo di taglio lineare delle quote per tutti i settori stabilito per ogni anno per far sì che l’importo complessivo dei permessi distribuito gratuitamente non superi il tetto specificato dalla Direttiva.

"Punisce le aziende che investono in tecnologie pulite, è controproducente per la transizione verde e deve essere evitato", commenta Liese. Che propone anche di aprire alle Regioni le casse del Fondo di modernizzazione (parte dei proventi delle quote, che vengono indirizzati alle energie pulite). Oggi ad avere accesso al Fondo sono solo gli Stati membri e solo quelli dell'Europa centro-orientale. Nella proposta della Commissione questo dato resta, anzi il fondo per la modernizzazione avrebbe un supplemento di finanzoamenti. "Contesto questo punto – dice Liese – perché aumenterebbe il trasferimento di denaro da paesi come Italia e Francia a paesi come Croazia e Polonia senza prendere in considerazione le sfide che anche le regioni italiane e francesi hanno con la transizione". "Propongo – prosegue Liese – di rendere accessibili i fondi supplementari a tutte le regioni d'Europa". "Non posso accettare – è il punto politico – che gli Stati membri dell'Europa centrale e orientale chiedano sempre più soldi, ma poi blocchino politiche ambiziose per la transizione".

Sempre per lo stesso Fondo, la Commissione ha proposto di escludere dai finanziamenti le fonti non fossili. "Ma non ha affatto escluso il nucleare – attacca il 56enne eurodeputato – penso che questo sia del tutto inaccettabile". Nel suo rapporto, Liese propone di "escludere i combustibili nucleari e fossili e di concentrare il fondo sulle rinnovabili, sull'efficienza energetica e sui relativi investimenti come le infrastrutture di ricarica alternative per le auto".

La dismissione del sistema delle quote gratuite, che secondo i piani della Commissione dovrebbe avvenire in corrispondenza dell’ingresso del meccanismo di aggiustamento del prezzo del carbonio alle frontiere (nota anche come carbon tax alle frontiere, o Cbam), è un punto molto controverso. "Dei permessi di emissione gratuiti abbiamo bisogno a meno che non disponiamo di altri mezzi per proteggere i posti di lavoro in Europa, altrimenti – ragiona Liese – significherebbe chiudere stabilimenti in paesi come l'Italia mentre si importano prodotti come l'acciaio dalla Turchia o dalla Cina". La soluzione è una sorta di riserva di sicurezza. "Il meccanismo di aggiustamento del prezzo del carbonio alle frontiere, che protegge l'industria dalle importazioni che non soddisfano elevati standard di politica climatica, deve essere monitorato – spiega – se non funziona, abbiamo ancora bisogno di alcune quote gratuite per proteggere la nostra industria".

Il rapporto dell'Ets fa parte di un pacchetto più ampio, in cui tutto è collegato. Come assicurarne la coerenza è uno dei problemi principali che sia l’Europarlamento, sia gli Stati membri in Consiglio dovranno affrontare. La presidenza francese ha fatto capire che potrebbe scegliere di accelerare solo su alcuni dossier. “Parliamo molto tra i relatori ei coordinatori – racconta – dobbiamo assicurarci che il Fit-For-55 sia concordato come pacchetto. Sono molto cauto sull'idea del presidente francese Macron di dividerlo: come gruppo Ppe, vogliamo tenerlo insieme e votare le relazioni principali allo stesso tempo, in modo da poter garantire coerenza".

Infine, Liese conferma il calendario dell'Europarlamento e dell'Ue. "Fino a metà febbraio i miei colleghi hanno la possibilità di presentare emendamenti al mio progetto di relazione – spiega – poi abbiamo un periodo di tre mesi di negoziati tra i gruppi politici e con le diverse commissioni coinvolte. A metà maggio voteremo in commissione. A giugno voteremo in plenaria. Se tutto andrà bene - conclude - i negoziati con il Consiglio partiranno da luglio e si concluderanno prima della prossima COP in Egitto, il che significherebbe che finiremo entro la fine di ottobre”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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