di Redazione ANSA

Lavoro e formazione in Lombardia, il modello europeo di 'Dote unica'

Finanziata dal Fondo Sociale Europeo (Fse), grazie ai risultati ottenuti e agli elementi innovativi che la caratterizzano, la misura è diventata un modello di riferimento per le politiche europee e nazionali.

Oltre 166mila disoccupati avviati al lavoro in cinque anni, 236 operatori accreditati e mille sedi sparse in tutto il territorio lombardo. Sono i numeri di Dote Unica Lavoro (Dul), il fiore all'occhiello delle politiche attive del lavoro della Regione Lombardia. Finanziata dal Fondo Sociale Europeo (Fse), grazie ai risultati ottenuti e agli elementi innovativi che la caratterizzano, la misura è diventata un modello di riferimento per le politiche europee e nazionali quali Garanzia Giovani e il Jobs Act. Un successo riconosciuto anche dalla Commissione europea, che l'ha inserita tra le migliori pratiche nel settore istruzione e formazione nell'ambito dei premi RegioStars 2017.

Una misura per tutti

lavoro fabbrica giovani occupazione - fonte: EC

Partita nel 2013, Dote unica Lavoro vuole accompagnare tutte le persone in età attiva nella ricerca di un lavoro o nell'accrescimento delle proprie competenze professionali, coinvolgendo sia centri per l'impiego pubblici sia le agenzie interinali private. Nelle prime due fasi di attuazione (dal 2013 al 2018) sono stati presi in carico oltre 250mila destinatari, con un investimento totale di 242 milioni di euro a valere sul Fse. Forte di questi risultati la Regione ha avviato a gennaio la terza fase del programma, finanziata con 100 milioni di euro, che vede già 6mila beneficiari.


I servizi offerti

Afol Monza Brianza

Dote Unica Lavoro si è modificata negli anni seguendo l’evoluzione del mercato del lavoro e delle relative politiche nazionali. Nella sua ultima versione, la Dul si rivolge ai disoccupati lombardi sopra i trent'anni d'età (per gli under 30 c’è la copertura di Garanzia Giovani) oppure ai lavoratori di aziende in crisi che si trovano in cassa integrazione. Della nuova Dul possono beneficiare inoltre gli iscritti a un master universitario, i militari congedandi e il personale delle Forze dell'Ordine.

La misura prevede cinque fasce di 'intensità d'aiuto' definite in base alle caratteristiche personali del beneficiario (come l'età o il sesso). La 'distanza' dal mercato del lavoro determina inoltre il valore della dote, che può arrivare fino a 4.500 euro. Una volta inseriti nel programma, i beneficiari possono scegliere tra un 'set' di servizi, che vanno dal bilancio e dalla certificazione della competenze all'avvio di percorsi di orientamento e formazione per la ricerca di un lavoro o all'attivazione di un tirocinio.

L'obiettivo finale è far incontrare domanda e offerta di lavoro: una dote, infatti, si intende conclusa con la sottoscrizione di un contratto di almeno 6 mesi, oppure con l'avvio di un'attività imprenditoriale o ancora, per le persone più in difficoltà, di un tirocinio. Al raggiungimento del risultato occupazionale è legata una parte del rimborso che la Regione riconosce agli operatori, a fronte della gestione del servizio. Per le aziende che assumono disoccupati, infine, sono previsti incentivi ad hoc.


Il modello pubblico-privato

"La caratteristica di Dote Unica lavoro è di aver messo 'in competizione' pubblico e privato, con l'obiettivo di aumentare la capacità lavorativa di entrambi. La misura è stata presa a modello sia a livello nazionale sia europeo. E' un'eccellenza di cui andiamo fieri, che vogliamo sostenere e migliorare" spiega l'assessore lombardo all'Istruzione, formazione e lavoro Melania Rizzoli.


La parola ai gestori

GI group

'Braccio operativo' della Dul sono i 236 operatori accreditati che con le loro 999 su tutto territorio lombardo assicurano capillarità alla misura. "Dote Unica Lavoro è uno strumento di supporto alla ricollocazione totalmente gratuito per i disoccupati lombardi. A seconda della distanza del mercato del lavoro il beneficiario avrà diritto ad un paniere di servizi più o meno articolato: si va dal 'bilancio delle competenze' alla simulazione di un colloquio, fino alla conoscenza dei nuovi strumenti di ricerca come Linkedin.

A catalizzare il successo della misura sono i tutor, professionisti specializzati che accompagnano i beneficiari nel percorso verso il reinserimento lavorativo" racconta Alice Bagnati, referente regionale di Gi Group per le politiche attive. Partner della Regione fin dal 2013, tra il 2015 e il 2018 Gi Group ha ricollocato il 46% dei beneficiari presi in carico attraverso la dote, piazzandosi al primo posto della classifica degli operatori.

Nella 'top ten' figura anche l'Afol Monza e Brianza: tra il 2013 e il 2018 state oltre 6.500 le Dul attivate dall'agenzia per il lavoro brianzola e più di 1.200 si sono concluse con la firma di un contratto di lavoro. "Il 71% degli utenti - specifica il direttore generale Barbara Riva - appartiene alla fascia d'intensità che presenta più difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro".

Vista la fluidità dell'attuale mercato del lavoro, fondamentale, per gli operatori, è garantire "continuità" alla Dul. Da qui la richiesta alla Regione di rendere strutturale la misura e più complementare alle nuove misure nazionali, a partire dal reddito di cittadinanza.