BRUXELLES - L'Europa ha "notevoli ritardi" nell'implementazione del 5G e gli obiettivi comuni di copertura al 2025 e al 2030 fissati da Bruxelles sono a rischio nella maggioranza dei Paesi. In controtendenza l'Italia, che finora ha fatto registrare buoni progressi sia sul piano tecnologico che su quello della sicurezza delle reti. E' quanto emerge in sintesi dall'ultima relazione speciale sul 5G della Corte dei conti europea diffusa oggi.
Tutti i Paesi Ue (tranne Cipro, Lituania, Malta e Portogallo) hanno raggiunto l'obiettivo intermedio del 2020 di avere almeno una grande città con accesso al 5G, ma molti "sono rimasti indietro con il dispiegamento delle reti" su tutto il territorio, evidenzia la Corte dei Conti europea, avvertendo che "con l'attuale ritmo di attuazione è molto probabile che gli obiettivi fissati dall'Ue per questo decennio non verranno raggiunti". Bene invece l'Italia che, in una recente analisi condotta dalla Commissione europea e riportata nel rapporto dei revisori dei conti Ue, risulta in un gruppo di undici Paesi che hanno una "alta probabilità di raggiungere l'obiettivo" previsto per il 2025.
Il nostro Paese finora ha già assegnato due delle tre reti pioniere del 5G (3,6 GHz e 26 GHz), mentre la terza banda (700 MHz) sarà disponibile dal luglio di quest'anno. Sul piano della sicurezza delle reti, la Corte dei Conti europea sostiene che siano necessari "ulteriori sforzi per affrontare" sfide e problemi "in modo coerente e concertato" in Ue, evidenziando che "il limitato numero di fornitori in grado di costruire e gestire reti 5G accresce la dipendenza e i rischi associati all'ingerenza da parte di 'attori statali ostili'". Positivo ancora una volta invece il giudizio sull'Italia: il nostro Paese viene inserito tra coloro che hanno adottato "leggi che consentono di escludere dalle rispettive reti apparecchiature di fornitori ad alto rischio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA