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Da fondi Ue regionali 1,3 milioni posti di lavoro in più

Da fondi Ue regionali 1,3 milioni posti di lavoro in più

Rapporto coesione, clima amplia differenze tra realtà locali

11 aprile 2024, 21:14

Redazione ANSA

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Da fondi Ue regionali 1,3 milioni posti di lavoro in più - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES, 27 MAR (Fabiana Luca) - Risorse quasi triplicate entro il 2043 e 1,3 milioni di posti di lavoro in più  entro il 2027. Nel nono rapporto sulla Politica di coesione licenziato oggi da Palazzo Berlaymont, la Commissione europea rilancia la principale politica di finanziamento di regioni e territori e ne conferma il ruolo come "motore di sviluppo sostenibile e di crescita economica".

"Ogni euro investito" nei programmi di coesione tra il 2014 e il 2027 sarà  "quasi triplicato nel 2043, il che equivale a un tasso di rendimento annuo di circa il 4%", stima l'esecutivo Ue, osservando ancora che a fine 2022 i finanziamenti di coesione avevano sostenuto oltre 4,4 milioni di imprese, creato 370mila posti di lavoro in queste aziende e costituito circa il 13% degli investimenti pubblici totali nell'Ue. Nonostante progressi per ridurre il divario economico e sociale tra territori non siano messi in dubbio, restano "disparità  economiche" importanti in tutto il Continente e in vari Paesi - come Italia e Grecia - la crescita del Pil reale pro capite è  stata negativa dal 2001, se pure ora in ripresa. Nel rapporto, basato sui dati disponibili a fine 2023, si legge che più  di una persona su quattro (28%) vive in una regione con un Pil pro capite inferiore al 75% della media dell'Ue: la maggior parte collocata negli Stati membri orientali, ma anche in Grecia, Portogallo, Spagna e Italia meridionale.

A trainare le disuguaglianze regionali anche i cambiamenti climatici, che, secondo le stime, incidono di più sulle regioni costiere, mediterranee - Italia compresa -  e sud-orientali dell'Ue, con un costo di oltre l'1% del Pil all'anno. Guardare ai risultati, riflettendo su come migliorare la "progettazione". L'atteso rapporto si inquadra nel dibattito sulla revisione della politica di coesione post 2027, che - si legge ancora - dovrà  trarre insegnamenti anche da altri strumenti, come il Recovery Fund. Un modello di gestione diretta dei fondi in stile 'Recovery' è  criticato dai territori perché tende a nazionalizzare, e non decentrare, la spesa dei fondi di coesione.

"La politica di coesione come la conosciamo è  a rischio e questo non è  il momento di sedersi e aspettare", mette in guardia il presidente del Comitato europeo delle regioni (CdR), Vasco Alves Cordeiro. Sfide e riforma saranno al centro del Forum sulla coesione che l'11 e il 12 aprile riunirà  a Bruxelles i rappresentanti regionali e locali con le istituzioni dell'Ue, tra cui anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

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