BRUXELLES - Il 45% dei giovani italiani che frequentano le scuole europee ha una comprensione adeguata di come lavorano le istituzioni Ue, un dato che scende al 21% se si parla di una conoscenza di buon livello. E' quanto emerge da uno studio del Comitato economico e sociale europeo (Cese), che mette a confronto percezioni, conoscenze e aspettative nei confronti dell'Ue degli alunni tra i 14 e i 18 anni delle scuole europee e delle scuole nazionali.
Nell'indagine su cinque stati membri - Italia, Francia, Germania, Svezia e Romania - il 76% dei giovani svedesi che vanno alle scuole europee dice di avere una conoscenza adeguata delle istituzioni Ue. Seguono gli alunni rumeni (70%), francesi (62%) e tedeschi (56%), ultimi gli italiani (45%). "Poiché la missione generale delle scuole europee è creare un ambiente multilingue e multiculturale, ci si aspetta che gli alunni iscritti a tali scuole siano inclini a essere più aperti verso l'Ue e la sua diversità rispetto agli alunni iscritti nelle scuole nazionali", spiega lo studio, che è ancora alla sua prima fase. Una tendenza non confermata dai giovani italiani: a rispondere di avere una conoscenza adeguata dell'Ue sono infatti il 47% degli alunni delle scuole nazionali, una percentuale superiore a quella registrata dai giovani delle scuole Ue.
Inoltre, solo il 17% degli alunni italiani delle scuole Ue ha detto di sentirsi europeo prima che italiano (contro il 13% degli italiani nelle scuole nazionali). In testa, anche in questo caso, i giovani svedesi (62% contro 11%), seguiti da tedeschi (53% contro 11%) rumeni (22% contro 14%) e francesi (33% contro 9%).
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