In particolare, la direttiva, che aggiorna quella del 2017, pone obblighi di sicurezza informatica più severi in termini di gestione del rischio, obblighi di segnalazione e condivisione delle informazioni. Inoltre, stabilisce una migliore cooperazione e condivisione delle informazioni tra le diverse autorità e Stati membri e crea un database europeo delle vulnerabilità.
"Il cybercrime è raddoppiato nel 2019, il ransomware è triplicato nel 2020, eppure le nostre aziende e istituzioni stanno spendendo il 41% in meno per la sicurezza informatica rispetto agli Stati Uniti", ha dichiarato l'eurodeputato, Bart Groothuis, relatore del testo, sottolineando la necessità di "rafforzare la sicurezza informatica dell'Ue e creare gli strumenti per gestire insieme gli incidenti informatici quando si verificano".
"Non possiamo impedire che si verifichino tutti i crimini informatici - ha aggiunto - ma possiamo proteggerci meglio di prima e meglio degli altri. Questa nuova legislazione rende l'Ue un luogo sicuro in cui lavorare e fare affari".
Secondo uno studio del Parlamento europeo, i costi globali dei danni da ransomware potrebbero raggiungere i 17 miliardi di euro entro il 2021, 57 volte i costi del 2015. Si prevede che le aziende subiranno un attacco ransomware ogni 11 secondi entro il 2021, rispetto ai 40 secondi del 2016.
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