"Una mostra dal taglio particolare, inedito, realizzata appositamente per questo luogo", racconta Vincenzo Sanfo, membro del comitato scientifico diretto da Vittorio Sgarbi e composto anche dall'ex direttore del Musée du Petit Palais e Membre Ecole du Louvre, Gilles Chazal, e dall'ex direttrice del Musée de Chartres e Musée Paul Valeéry, Maithé Vallès-Bled. Divisa in tre sezioni (Da Ingres a L'Ecole de Barbizon, i fermenti dell'Impressionismo; L'Impressionismo; e L'eredità dell'Impressionismo), la mostra, prodotta da Navigare srl, abbraccia un arco temporale che va dall'inizio dell'Ottocento, con opere di Ingres, Corot, Delcroix e Doré, tutte provenienti da collezioni private italiane e francesi, arrivando agli eredi Toulouse-Lautrec, Permeke, Derain, Dufy e Vlamininck, per concludersi al 1968 con un'acquaforte di Pablo Picasso.
Ma non solo. Accanto alle opere poco conosciute dei grandi protagonisti, come Pissarro, Degas, Cézanne, Sisley, Monet, Morisot e Renoir, e insieme a incisioni, libri e oggetti personali, spiccano anche le tele di comprimari come Bracquemond, Forain, Lepic, Millet, Firmin-Girad e Lecomte.
"L'impressionismo non è un movimento, ma una condizione umana - commenta Sgarbi -. È la vita, la possibilità di rappresentare stati d'animo, questo vuol dire la mostra. E portarla qui non è solo sperimentare luoghi nuovi: conquistare uno spazio di guerra con una mostra d'arte che espone anche la teiera di Monet, è portare la pace". (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA