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Responsabilità editoriale di ASviS
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La strategia per la salute del suolo al 2030
Pochissimi sanno che il sottile strato che si trova sotto i nostri piedi racchiude il nostro futuro. Il suolo e la moltitudine di organismi che lo abitano ci forniscono cibo, biomassa e fibre, materie prime, regolano i cicli dell'acqua, del carbonio e dei nutrienti e rendono possibile la vita sulla terra. Ci vogliono migliaia di anni per produrre pochi centimetri di questo tappeto magico.
Con queste parole è introdotta l’attesa proposta di strategia per la salute del suolo adottata dalla Commissione europea il 17 novembre.
La nuova strategia si collega a diverse politiche Ue già adottate nel quadro del Green Deal, quali: la strategia sulla biodiversità al 2030, la strategia from farm to fork, la strategia per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la missione di ricerca del Green Deal sulla salute dei suoli, il piano d’azione per zero inquinamento e ancora, più di recente, la strategia per le foreste e il regolamento sul suolo, cambi d’uso del suolo e silvicoltura (Lulucf) adottate nel pacchetto “pronti per il 55%”.
Tema già anche fortemente sostenuto dal Parlamento europeo nella risoluzione del 28 aprile 2021, la strategia per il suolo fissa degli obiettivi al 2030 e al 2050, programmando nuovi strumenti normativi europei quali una legge sulla salute del suolo da adottare entro il 2023, in cui la Commissione fisserà una definizione di consumo netto di suolo. Ulteriori misure saranno integrate nella già prevista legge europea per il ripristino della natura.
La Commissione indica come in Ue il costo dell'inazione sul degrado del suolo supera il costo dell'azione di sei volte. Ma ci sono aspetti che vanno oltre il calcolo economico: l’inazione non solo comporterebbe una perdita di fertilità che comprende la sicurezza alimentare globale, ma avrebbe anche un impatto sulla qualità dei prodotti e sul loro valore nutrizionale.
Inoltre, suoli sani renderanno l'Ue più resiliente e ridurranno la sua vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Come riporta la strategia, il suolo è anche un alleato indispensabile per l'adattamento climatico: un'elevata capacità di ritenzione idrica nei suoli riduce gli effetti delle inondazioni e diminuisce l'impatto negativo della siccità, dato il ruolo cruciale svolto dal suolo nel ciclo dell’acqua.
È anche un fattore chiave dell’economia circolare: il suolo è un partner importante in un'economia circolare ed efficiente sotto il profilo delle risorse, poiché è probabilmente la più grande macchina per il riciclaggio del pianeta: ricicla acqua, carbonio e sostanze nutritive e può abbattere e filtrare gli inquinanti. Inoltre, i depositi di terreno sono utilizzati come materia prima da molti settori economici, ad esempio sabbia, ghiaia o argilla per l'industria delle costruzioni. Tuttavia, la formazione del suolo è così lenta che è necessario un uso prudente. Dare priorità all'uso circolare della terra rispetto allo sviluppo di aree edificabili limiterà la pressione acuta dell'impermeabilizzazione del suolo e dell'occupazione del suolo.
Gli obiettivi al 2030 identificati dalla Commissione sono:
Ed entro il 2050:
Diverse sono le indicazioni offerte dalla Commissione agli Stati membri in favore di un uso sostenibile del suolo. In particolare, viene definita una gerarchia sull’utilizzo del suolo che prevede in ordine di priorità:
Gli Stati membri sono invitati dalla Commissione europea a integrare la gerarchia sull’uso del suolo nei loro piani di trasformazione del territorio attraverso iniziative normative appropriate e eliminando gradualmente gli incentivi finanziari che andrebbero contro questo gerarchia, come i benefici fiscali locali per la conversione di terreni agricoli o naturali in ambiente edificato, e a fissare entro il 2023 ambiziosi obiettivi nazionali, regionali e locali per ridurre l'occupazione netta di suolo entro il 2030 al fine di dare un contributo misurabile all'obiettivo dell'UE del 2050 e riferire sui progressi.
Tra le altre misure strutturali indicate dalla Commissione agli Stati membri, è richiesta l’inclusione nei loro programmi nell'ambito della politica di coesione dell'Ue della conservazione, il ripristino e l'uso sostenibile del suolo, facendo pieno uso degli orientamenti dell'Ue sull'integrazione degli ecosistemi e dei loro servizi nel processo decisionale. Garantendo anche il forte contributo della Pac al mantenimento e al miglioramento della salute del suolo, in linea con l'analisi dei piani strategici della Pac.
Le altre misure indicate dalla strategia riguardano specificamente l’integrazione con gli impegni nell’ambito della Convezione per il contrasto alla desertificazione e il ripristino degli ecosistemi, l’istituzione di un sistema di certificati sanitari del suolo per le transazioni fondiarie, norme per il riutilizzo dei terreni di scavo. Infine, l’avvio di un'iniziativa per promuovere l’impegno e la sensibilizzazione della società civile, mediante l’alfabetizzazione scientifica sul valore del suolo anche attraverso i sistemi educativi.
Norme sul divieto di commercializzazione di prodotti derivanti da deforestazione in Ue
Il 17 novembre, la Commissione ha adottato la proposta di regolamento sulla messa a disposizione sul mercato dell'Unione nonché sull'esportazione dall'Unione di determinati beni e prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale.
Il regolamento risponde alla necessità di affrontare e correggere in modo strutturale la responsabilità dell’Ue nella deforestazione, che viene quantificata nel 10% della deforestazione mondiale associata alla produzione di beni o servizi, importati sul mercato europeo, incluso i prodotti derivati da deforestazione quali cacao, caffè, soya, olio di palma.
Il regolamento stabilisce un sistema di dovere di diligenza obbligatorio a più livelli, basato su una definizione di assenza di deforestazione, combinato con un sistema di benchmarking.
La proposta di regolamento assume delle definizioni in linea con quelle della Fao. In particolare, “Esente da deforestazione” a norma della proposta di regolamento significa che:
L’art.3 della proposta di regolamento specifica che le merci e i prodotti pertinenti possono essere immessi o messi a disposizione sul mercato dell'Unione o esportati dal mercato dell'Unione solo se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
I successivi articoli indicano specifiche di processo, controllo e monitoraggio che dovrebbero garantire l’efficacia dei risultati.
La proposta di regolamento viene dichiarata dal vice-presidente della Commissione Timmermans come fortemente voluta dai cittadini europei. É stata già oggetto di una risoluzione del Parlamento del 22 ottobre 2020.
La proposta evidenzia nella premessa come quest’iniziativa sia essenziale per diversi Obiettivi dell’Agenda 2030: il presente regolamento dovrebbe contribuire in particolare al raggiungimento degli obiettivi in materia di vita sulla terra (Goal 15), azione per il clima (Goal 13), consumo e produzione responsabili (Goal 12), fame zero (Goal 2) e buona salute e benessere (Goal 3). Risponde inoltre agli impegni internazionali assunti a New York nel 2014 e alla ancora più recente "Dichiarazione sulle foreste e l'uso del suolo" dei leader di Glasgow in concomitanza della Cop26.
di Luigi Di Marco
Responsabilità editoriale di ASviS
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