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Responsabilità editoriale di ASviS
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La Commissione europea ha adottato il 24 novembre l'analisi annuale per la crescita sostenibile per il 2022 , con il pacchetto d’autunno del semestre europeo e le raccomandazioni per la zona euro.
Come dichiarato in sintesi durante la conferenza stampa dal Commissario Gentiloni, "l'analisi annuale della crescita sostenibile definisce una visione macroeconomica e una strategia complete per la transizione a un nuovo modello di crescita, una visione pienamente in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e che dà maggiore risalto alle dimensioni sociale e ambientale […] Si potrebbe definire un'agenda ”Oltre il Pil”. […] La raccomandazione per la zona euro riflette molto questi messaggi: I governi dovrebbero sostenere le transizioni di lavoro e affrontare la carenza di competenze".
Analisi annuale per la crescita sostenibile 2022
L’analisi annuale per la crescita sostenibile è un documento di assoluta importanza strategica per il coordinamento economico dell’Unione. Riassumendo il quadro delle strategie europee in corso, indica le raccomandazioni generali nello sviluppo delle politiche per il prossimo anno per gli Stati membri, evidenziando in premessa come per coordinamento delle politiche economiche s’intenda di fatto una visione di sistema delle politiche, essendo lo stesso processo di coordinamento "gradualmente spostato per gettare le basi per una ripresa trasformativa e inclusiva e una maggiore resilienza".
La Commissione invita specificamente gli Stati membri a "prendere a cuore le priorità individuate nell’analisi annuale della crescita sostenibile nel perseguire le riforme e gli investimenti nazionali", indicando la disponibilità di un'ampia gamma di politiche e di strumenti di finanziamento dell’Ue.
Oltre al riferimento quadro degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 introdotto dalla Commissione von der Leyen per la prima volta nel ciclo di coordinamento del 2020, quest’anno il coordinamento intende integrare anche la prospettiva dello sviluppo dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr).
Ed in proposito insiste sull’importanza della complementarità e della coerenza delle riforme e degli investimenti inclusi nei Pnrr con gli investimenti da finanziare nell'ambito della politica di coesione e di altri strumenti dell'Ue negli anni a venire, nonché con le misure finanziate a livello nazionale, al fine di perseguire "un’economia sostenibile che consenta politiche incentrate sul lungo termine e una transizione inclusiva ed equa per tutti i cittadini e le regioni dell'Ue".
La Commissione dichiara che "l'attività economica deve essere sempre più allineata alle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva, ovvero sostenibilità ambientale, produttività, equità e stabilità macroeconomica".
Sviluppando per punti le quattro dimensioni, la Commissione evidenzia che le stesse "non dovrebbero essere viste isolatamente, poiché si rafforzano a vicenda con un obiettivo comune: il passaggio a un modello economico sostenibile, resiliente e inclusivo, reso possibile da una più ampia diffusione e adozione delle tecnologie digitali e verdi, che contribuiranno a rendere l'Europa un leader trasformazionale.
L'agenda della politica economica, sociale e ambientale europea dovrebbe quindi garantire che i governi a tutti i livelli, le imprese, le parti sociali e le famiglie contribuiscano in modo coerente al raggiungimento dei nostri obiettivi per la transizione verde e digitale, nonché agli obiettivi in ??materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà fissati con il Piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali, garantendo nel contempo la stabilità della nostra economia, il buon funzionamento del mercato unico, senza lasciare indietro nessuno".
1. Sostenibilità ambientale
Richiamando gli obiettivi della legge europea per il clima e il relativo pacchetto pronti per il 55%, la Commissione mette in chiara evidenza come i costi della mancata azione siano significativamente più alti dei costi per soddisfare le nostre ambizioni climatiche. E di conseguenza, indica come "essenziale garantire che la ripresa economica vada di pari passo con il rapido avanzamento della transizione verde e mettere l'economia sulla buona strada per mantenere l'impegno dell'Ue di diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050".
I fondi del Next Generation Eu sono di fatto solo l’inizio, poiché rispettare l'ambizioso programma del Green Deal dell'Ue richiederà, per il prossimo decennio, investimenti pubblici e privati ??aggiuntivi stimati a quasi 520 miliardi di euro all’anno (cfr nostra rubrica del 25/10/2021).
Gli obiettivi ambientali integrano la dimensione sociale, definita dalla Commissione come "al centro dell'ambiziosa agenda verde dell’Ue, poiché creerà enormi opportunità, portando con sé la creazione di posti di lavoro, l'innovazione e una maggiore resilienza agli shock".
Parte della sfida comprende la protezione delle categorie più vulnerabili, e la definizione di politiche di giusta transizione per alcune regioni e settori quali le regioni minerarie del carbone e i settori interessati dalla transizione industriale.
Per guidare gli Stati membri a sfruttare le opportunità e ridurre al minimo i rischi socioeconomici della transizione verde, la Commissione annuncia la proposta entro fine anno di una raccomandazione del Consiglio su come affrontare gli aspetti occupazionali e sociali della transizione verde.
La Commissione inoltre precisa che la transizione verso l'energia pulita è la nostra migliore assicurazione contro gli shock dei prezzi dell’energia (cfr. nostra rubrica del 18/10/21), poiché i miglioramenti nell'efficienza energetica, l'elettrificazione della domanda energetica e i continui investimenti in energie rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, sono definiti fondamentali per "garantire prezzi dell'energia accessibili in futuro".
Aggiunge, inoltre, che gli investimenti e le riforme per ridurre alla fonte l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo faranno risparmiare all'economia costi importanti, quali i costi per l'assistenza sanitaria, le giornate lavorative perse, i danni agli edifici e le perdite di raccolto.
L'eliminazione graduale dei sussidi dannosi per l'ambiente e l'utilizzo di strumenti economici per attuare il principio del "chi inquina paga" forniranno ulteriori incentivi e finanziamenti per la transizione verde.
La digitalizzazione può contribuire notevolmente alla transizione verde fornendo soluzioni per un uso più efficiente dell’energia e delle risorse. Nello stesso tempo le tecnologie digitali devono diventare più verdi ed energicamente efficienti.
2. Produttività
La Commissione precisa che la condizione per garantire la futura prosperità ai cittadini dipenderà in modo cruciale dalla capacità dell'Ue di aumentare la produttività e l'innovazione. Questo richiederà un mix ben allineato di riforme e investimenti pubblici e privati ??che sostengono la competitività e la creazione di posti di lavoro.
Ciò comporta che le imprese dell’Ue dovranno essere capaci di adottare nuove tecnologie, in particolare le tecnologie digitali, ampliare e aggiornare le proprie attività e le modalità di produzione. Il conseguimento di questo risultato dipende dal miglioramento delle competenze e dalla riqualificazione della forza lavoro. E dipenderà anche da riforme abilitanti che creino un quadro favorevole a tale adattamento tecnologico e all’innovazione, incluso un migliore coordinamento delle politiche di ricerca e innovazione, il rafforzamento delle capacità di trasferimento e di valorizzazione della conoscenza e il sostegno allo sviluppo e all'adozione di tecnologie da parte delle imprese, in particolare Pmi e startup. A questo proposito, la Commissione precisa che è essenziale sbloccare la spesa per investimenti privati attraverso misure di sostegno pubblico mirate.
Come precisa inoltre la Commissione, l’accesso responsabile alle risorse, l’efficienza nel relativo utilizzo e la produttività combinano il benessere ambientale con il benessere economico. L’Ue deve dunque accelerare i processi che portano a un utilizzo delle risorse più intelligente e sostenibile, riducendo al tempo stesso l'impronta dei consumi. L'economia circolare può infatti rafforzare la base industriale dell’Unione e promuovere la creazione di imprese e l'imprenditorialità tra le Pmi, favorendo nel contempo la resilienza dell'Ue e l'autonomia strategica aperta.
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di Luigi Di Marco
Responsabilità editoriale di ASviS
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