Intesa Sanpaolo ha deliberato
l'impegno a un obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050,
sia per le proprie emissioni sia per quelle create dai
portafogli prestiti e dagli investimenti. Contestualmente, è
stata presa la decisione di aderire alla Net-Zero Banking
Alliance , un'alleanza di banche a livello globale sotto l'egida
delle Nazioni Unite, impegnate al raggiungimento dell'obiettivo
Net Zero entro il 2050 e a rafforzare così gli obiettivi fissati
dall'Accordo di Parigi sul clima.
La banca ha pubblicato il suo primo Tcfd Report a livello di
Gruppo per il 2020-2021, redatto secondo le raccomandazioni
della Task Force on Climate-related Financial Disclosures
(Tcfd). L'adesione all'alleanza rappresenta per la Banca un
ulteriore importante passo nel contrasto al cambiamento
climatico, nell'ambito di una pluriennale e articolata strategia
di sostenibilità che, oltre alla riduzione delle proprie
emissioni, si fonda sul sostegno alle imprese, con circa 80
miliardi di euro messi a disposizione nell'arco del Pnrr per
finanziamenti alla Green e Circular Economy e per la transizione
ecologica. Intesa Sanpaolo ha inoltre stanziato un plafond da 6
miliardi di euro per progetti di economia circolare e uno da 2
miliardi di euro per gli S-Loan, finanziamenti che premiano il
raggiungimento di specifici obiettivi di sostenibilità da parte
delle imprese.
"La nostra Banca gode di un ottimo posizionamento nei
principali indici internazionali, a conferma del nostro impegno
a favore della sostenibilità. L'adesione alla Banking Alliance
delle Nazioni Unite per la riduzione a zero emissioni nette
entro il 2050 più che rappresentare un punto di arrivo è un
passaggio significativo del percorso che impegna tutta la Banca
verso il contrasto al cambiamento climatico", afferma il
consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.
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