Il raggiungimento di un'economia a
zero emissioni di CO2 potrebbe avere un potenziale giro d'affari
da 15.000 miliardi di dollari, secondo un'analisi di Bain &
Company. Ma pone "sfide considerevoli sul piano strategico e
organizzativo" visto che, "con le attuali politiche ambientali,
al 2050 genereranno ancora circa 15 miliardi di tonnellate di
CO2", si legge in una nota.
L'analisi stima in 10 mila miliardi di dollari gli
investimenti negli impianti necessari perché la produzione di
energia rinnovabile passi dall'attuale 17% al 65% dei consumi di
energia primaria. Altri 3 mila miliardi andranno investiti per
portare i consumi energetici finali di combustibili "carbon
neutral" oltre la quota del 10% mentre 2.000 miliardi di
dollari è il giro d'affari stimato per l'economia circolare nel
2030.
Bain & Co giudica, per l'Italia, "imprescindibile
concentrare gli sforzi sull' innovazione tecnologica e su una
decisa semplificazione del contesto normativo e regolatorio".
"Nell'accelerazione globale verso la net zero economy, l'Italia
può e deve giocare un ruolo di primo piano", afferma il managing
director di Bain & Company per Italia e Turchia, Roberto
Prioreschi.
Mentre il partner di Bain & Company e responsabile EMEA per
la practice Energy & Natural Resources. Alessandro Cadei, indica
"tra le aree più interessanti, le nuove tecnologie in ambito
fotovoltaico o le bioenergie 'a basso impatto', quali quelle di
origine organica, circolari da materie plastiche e idrogeno
low-zero carbon".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA