Sullo sviluppo delle fonti
rinnovabili in Italia "il confronto con altri paesi europei è
ancora abbastanza impietoso". E' quanto sostiene il ceo di Erg
Paolo Merli, in occasione della presentazione del rapporto sulle
energie rinnovabili di Energy&Strategy-School of Management
Politecnico di Milano.
"L'Italia non figura tra i primi 15 paesi in termini di
installato nell'eolico e la situazione è simile nel solare. Il
2022 purtroppo non mi pare sia partito con una forte
accelerazione", puntualizza Merli, sottolineando che "serve un
cambio di passo molto netto". Per il ceo di Erg, "è stato fatto
qualcosa in termini di semplificazioni che però si scontrano con
la lentezza della burocrazia e con la mancanza
dell'identificazione di aree idonee". Inoltre, è necessario
riflettere sui sistemi di incentivazione e delle aste, sostiene
Merli, augurandosi che arrivi "entro la metà dell'anno" il
decreto attuativo della Red2 (Direttiva Europea sulle energie
rinnovabili) "per ridisegnare i nuovi meccanismi di
incentivazione". Sulla stessa linea, il ceo di Acea, Filippo
Stefanelli, ritiene "sia necessario ritoccare la struttura degli
incentivi in un contesto in cui i prezzi espressi dalle aste
sono molto lontani da quelli di mercato". Quanto al meccanismo
delle aste, "non va demonizzato. Non ha funzionato perché non
c'erano le autorizzazioni". Anche Stefanelli evidenzia poi la
necessità di "identificare subito le aree idonee". Ad ogni modo,
per il ceo, la transizione "è possibile". Sicuramente "viene
richiesto al paese di fare uno sforzo incredibile". Ma "gli
operatori hanno il senso dell'urgenza e le istituzioni sono
allineate"
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