La diga del Rendina è "una grande
risorsa strategica di interesse nazionale" e rappresenta
comunque "una grande opportunità non solo per una vasta area
della Basilicata, ma anche per l'intero Sud. Il suo ritorno in
attività significa, agricoltura, industria e idroelettrico", in
particolare "in una fase così complicata a livello nazionale sul
tema dell'emergenza idrica, anche in prospettiva per i prossimi
anni": Lo ha detto oggi il Viceministro delle Infrastrutture,
Alessandro Morelli, a margine di un sopralluogo nell'area
dell'invaso, a Lavello (Potenza), insieme all'assessore
regionale Donatella Merra.
"La diga è già stata inserita nel Programma delle
infrastrutture nazionali del Pnrr - ha detto Merra - come opera
bandiera per la Regione Basilicata. Le attività di progettazione
sono monitorate dalle dalla Regione, ma riteniamo che l'opera
sia talmente strategica per l'area del Vulture e per tutta la
regione, che non possiamo permetterci errori o perdite di tempo.
È fondamentale che sia monitorata anche la fase progettuale
affinché si approdi prima possibile alla fase operativa dei
lavori, nel rispetto dei tempi stabiliti dal Pnrr e quindi entro
dicembre 2023, chiusura della progettazione e affidamento dei
lavori, con conclusione dei lavori a giugno del 2026. Il
Consorzio di Bonifica ha dimostrato di non seguire puntualmente
quanto previsto dal decreto del Pnrr che consente una effettiva
velocizzazione delle fasi progettuali e di messa a gara delle
opere. Per questo motivo chiediamo al Ministero, come fatto sino
ad oggi, di inserire quest'opera all'interno di una
Programmazione strategica nazionale che segua anche la fase
operativa ed attuativa per vedere quanto prima l'acqua nella
diga del Rendina".
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