La sanità rappresenta un bene
imprescindibile anche per il suo valore economico: costituisce
ben l'8,7% del PIL e potrebbe apportare più dell'11% sia in
termini di Pil che di occupazione. E' quanto emerge Primo
Rapporto Nazionale sull'imprenditoria sanitaria, realizzato in
collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio
Guglielmo Tagliacarne, presentato dalla Camera di Commercio di
Cosenza alla Camera dei deputati e in collegamento con la sede
dell'Ente, insieme al Codice delle Aziende sanitarie locali,
curato da Quirino Lorelli.
"Il sistema sanitario italiano, in confronto con altri paesi
Ocse - ha detto il presidente della Camera di commercio
cosentina Klaus Algieri - registra una situazione relativamente
soddisfacente in termini di qualità dell'assistenza, pubblica e
privata, con un elevato livello professionale dei servizi
prestati. Tuttavia, l'Italia risulta, nell'ultimo decennio, in
posizioni fortemente inferiori in termini di spesa pubblica
pro-capite rispetto alla media Ocse e della maggior parte dei
principali paesi europei, un divario che sembra accelerare negli
ultimi 4-5 anni di analisi. Un settore strategico, quindi,
rispetto al quale la Camera di Commercio di Cosenza, ritiene di
fondamentale importanza contribuire alla
promozione della trasparenza e della legalità, con una
riflessione organica che tenga conto, accanto agli aspetti
normativi e di regolazione, anche dell'intera Filiera della
Salute che, in termini economici e produttivi, rappresenta un
sistema integrato nelle sue componenti pubbliche e private".
La spesa sanitaria italiana, con l'8,7% del Pil, è
sostanzialmente in linea con la media Ocse, con un 6,4% di
contributo statale, uno 0,2% finanziato con schemi volontari, e
un 2,0% supportato con pagamento diretto privato, o
out-of-pocket. Nel 2019, la spesa sanitaria corrente dell'Italia
è stata pari a 154 832 milioni di euro, sostenuta per il 74,1%
dal settore pubblico e per la restante parte (25,9%) dal settore
privato, a carico prevalentemente dalle famiglie. Nello stesso
anno, la spesa sanitaria totale pro-capite è stata pari a 2.568
euro, a fronte di una spesa privata di 664 euro.
"Il sistema della salute italiano (pubblico e privato), e le
sue interazioni con gli altri settori, - è riportato nel
documento - costituiscono uno dei principali motori di sviluppo
dell'economia del paese. Il valore aggregato totale rappresenta
il 2,5% del Pil italiano, mentre in termini di occupazione
(872.000 unità) il settore ha impiegato il 3,5% del totale di
occupati del Paese. In termini di occupazione, il settore
sanitario privato sembra aver avuto, specie nel 2020, una
dinamica in controtendenza rispetto agli altri settori
economici. Dal punto di vista territoriale, la situazione della
Calabria vede una sanità privata capace di generare, nel 2018,
valore aggiunto per l'1,3% del totale nazionale (547 milioni di
euro), Buona parte del valore aggiunto totale (38,1%) risulta
prodotto da unità nella provincia di Cosenza".
All'incontro, è intervenuto il consigliere medico, generale
di brigata Roberto Rossetti, su delega del Commissario
Figliuolo. "Il successo della campagna vaccinale a cui stiamo
assistendo (42.5 milioni di vaccini inoculati, 14 mln di persone
che hanno completato il ciclo vaccinale, dal 3 dicembre ad oggi
siamo passati da 956 a 26 decessi al giorno) - ha detto - è
dovuto essenzialmente allo sforzo della struttura commissariale
e delle regioni, in un primo momento, per aver organizzato più
di 2.500 hub e poi per aver coinvolto, dopo numerosi
incontri e trattative, sin da marzo, tutte le componenti della
sanità non solo pubblica ma anche privata. Mi riferisco al
contributo di Federfarma, Assofarm, Federfarma servizi, Adf,
Federanisap, Aris, Aiop, Fnopi, Fimp, Fimmg, Snami, Smi e altri
ancora. A questi dobbiamo aggiungere tutte le realtà produttive
(più di 800) che hanno messo a disposizione le loro strutture e
i propri sanitari per vaccinare dipendenti e famigliari. In
conclusione possiamo affermare che nell'anno di maggior crisi
nazionale, dovuto agli effetti della 'sindemia' da covid, il
sistema della salute italiano, pubblico e privato, e le sue
interazioni con altri settori, si sono dimostrati ancora una
volta uno dei principali motori di sviluppo dell'economia del
paese e della sua 'messa in sicurezza'".
La sintesi del Rapporto nazionale sull'imprenditoria
sanitaria è stata affidata al direttore del Centro Studi
Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito. "La filiera sanitaria - ha
spiegato - è un valore importante per il Paese: la componente
pubblica e privata ha prodotto lo scorso anno 140 miliardi di
euro. Il settore della sanità privata occupa 950 mila persone
con quasi 124 mila imprese ed è cresciuto a tassi molto forti a
partire dal 2011, sia in termini di imprese che di occupati.
Anche nel 2020, in netta controtendenza, ha registrato un
incremento del 2,3% delle imprese contro un aumento dello 0,2%
di quelle totali e uno sviluppo del 3,7% dell'occupazione contro
un calo del 2,1% degli occupati totali. Nel complesso la sanità
di mercato genera un valore aggiunto che è una volta e mezzo di
quello dell'agricoltura. Mentre l'intero settore sanitario
pubblico e privato produce più della metà dell'industria
manifatturiera".
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