Con trattori e animali al seguito,
gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti sono scesi in
piazza a Salerno per manifestare il malessere che colpisce il
settore da Nord a Sud e per salvare l'agroalimentare made in
Italy. "Siamo estremamente preoccupati perché i costi di
produzione sono schizzati e non riusciamo a starci dietro", ha
spiegato Salvatore Loffreda, direttore regionale di Coldiretti
Campania. "I nostri soci stanno lanciando un grido d'allarme
perché la situazione rimane preoccupante. Lo scorso anno abbiamo
superato il Covid non facendo mai mancare le nostre produzioni
sugli scaffali. Ma credo che stavolta la non semina, la non
capacità della redditività, farà sì che gli scaffali resteranno
vuoti".
Coldiretti, in ogni caso, sta cercando di evitare questo
scenario "con delle politiche e con una piattaforma" che è stata
"consegnata ai Prefetti come massima espressione del Governo e
per farla arrivare direttamente a Palazzo Chigi". Secondo i
rappresentanti dell'associazione è necessario "dare redditività
e soprattutto liquidità al mondo agricolo" per evitare il blocco
della semina. I costi, infatti, sono aumentati di molto. Per
seminare, spiega Loffreda, "quest'anno ci vogliono 400 euro ad
ettaro in più. Capite bene che è una responsabilità per chi
semina e raccoglie perché poi saranno costi altissimi che non
sappiamo se il mercato riuscirà ad onorare". Difficoltà
evidenziate in piazza Amendola a Salerno anche dal presidente
regionale Gennarino Masiello. "Venivamo già da un decennio
difficile dove ad un aumento dei costi non veniva corrisposto un
aumento del valore della remunerazione del prodotto agricolo.
Gli ultimi sei mesi - ha aggiunto - sono stati un disastro,
abbiamo visto il raddoppio dei costi dell'energia, dei
carburanti e anche sui mezzi tecnici. Sui mangimi abbiamo avuto
un aumento dal 40 al 50% e sui concimi il costo viene
addirittura triplicato. Questo è un disastro".
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