"Da sempre un'organizzazione mafiosa ha
terrore della cultura, del senso di cittadinanza, spera che la
società viva nell'ignoranza" ed è "difficilmente contrastabile
se non aumentiamo appunto le armi della cultura, del progresso,
del senso di cittadinanza". Lo ha detto il direttore della
Direzione Investigativa Antimafia, il generale di divisione dei
carabinieri, Giuseppe Governale, incontrando gli studenti del
dipartimento di Scienze politiche e Giurisprudenza
dell'Università di Bari in occasione dell'evento dal titolo 'La
mafia teme più la scuola che la giustizia?'. "Gesualdo Bufalino,
uno scrittore siciliano - ha aggiunto Governale - diceva che la
mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari. Ciò
significa che non bastano le operazioni di Polizia". "Dalla fine
degli anni Ottanta - ha rilevato - molto è stato fatto ma non è
sufficiente. Le organizzazioni criminali hanno un brodo di
coltura dove poter far crescere i propri leader che non vincono
concorsi ma lo diventano sul campo, cioè sfruttano il senso di
appartenenza, la grande coesione, la capacità di reggere sfide".
Per il generale, la ricetta per combattere questo sistema di
illegalità è "studiare". "Il valore della legalità rientra a
pieno tra le funzioni dell'istituzione universitaria", ha detto
il rettore dell'Università di Bari, Antonio Uricchio,
introducendo i lavori dell'incontro. "Abbiamo accolto con
particolare entusiasmo questa iniziativa - ha concluso - perché
il messaggio che porta il generale Governale è particolarmente
positivo, e cioè che la mafia si combatte con la cultura".
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