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Studente rischia lunga sospensione per un'intervista

Studente rischia lunga sospensione per un'intervista

Il caso a Modena, 'ora mi preoccupa l'ammissione alla maturità'

BOLOGNA, 31 gennaio 2024, 15:05

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un sit-in di solidarietà per il loro rappresentante d'istituto, che rischia una sospensione di dodici giorni da scuola, dopo aver rilasciato un'intervista a un giornale locale nella quale elencava alcune criticità inerenti la vita scolastica. Ad organizzarlo sono stati gli studenti dell'Ites Jacopo Barozzi di Modena "per difendere il nostro diritto alla libertà di parola e di espressione", scrivono.
    Destinatario del provvedimento di sospensione è Damiano Cassanelli, appena maggiorene, rappresentante degli studenti, che il 28 novembre è stato intervistato dalla Gazzetta di Modena (testata che oggi ricostruisce la vicenda), per spiegare le ragioni di uno sciopero che si stava svolgendo senza l'autorizzazione della dirigente scolastica. E che adesso è preoccupato per l'ammissione alla maturità: "È molto importante il comportamento che lo studente tiene l'ultimo anno di scuola - spiega all'ANSA - quindi più che mai una sospensione di quella portata in quinta superiore danneggia molto e mette anche a rischio l'ammissione all'esame. Mi preoccupa perché l'esito dell'esame è il passaporto per il mondo del lavoro e l'università".
    "Siamo in attesa della notifica del provvedimento - ha confermato all'ANSA l'avvocato Stefano Cavazzuti, che assiste il ragazzo e ha stilato una memoria difensiva di sedici pagine - Sappiamo che il consiglio d'istituto ha votato a favore della sospensione". Per gli studenti questa "è una decisone molto grave - proseguono nel comunicato - Ci sentiamo attaccati nella nostra libertà di espressione e di parola, perché in seguito a quell'episodio, altri nostri rappresentanti sono stati oggetto di provvedimenti disciplinari, anche se di minore entità, per essersi fatti portavoce della nostra opinione".
    In quell'intervista, il giovane faceva riferimento a "tanti problemi" della scuola "e noi studenti siamo qui a protestare perché li vogliamo risolvere, noi non siamo terroristi, noi siamo pacifisti e in questo modo noi vogliamo cambiare la scuola con discorsi, in maniera pacifica". Tra le richieste, le gite all'estero "come fanno tante scuole e ci viene impedito, noi vogliamo farle perché siamo degli studenti di lingue". E rimandava anche a "ricatti" e "intimidazioni" subiti perché non venisse organizzata la manifestazione di protesta, nonché perquisizioni a cui sarebbero stati sottoposti alcuni ragazzi l'ultimo giorno di scuola del giugno 2023. Il legale sottolinea negli atti difensivi che il suo assistito ha rilasciato l'intervista in qualità di rappresentante degli studenti e quindi nello svolgimento di una funzione politica che legittima il diritto alla libertà di espressione e di critica.
    "È una triste vicenda. È bello vedere tanto affetto e solidarietà dai ragazzi - commenta così l'avvocato il sit-in - chi esprime opinioni, chi parla, in questo momento se non ripete le cose che gli sono state dette di dire rischia a titolo personale; questo avviene nella scuola, che dovrebbe invece essere il luogo in cui s'insegna ai ragazzi a sviluppare senso critico".
    Intanto la deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra ha annunciato di aver presentato un'interrogazione al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara per fare chiarezza sull'episodio. Anche il sindacato Flc-Cgil Modena ha preso posizione, chiedendo il ritiro immediato del provvedimento "gravissimo", scrivono in un comunicato stampa, "probabilmente non ha precedenti - insiste il sindacato - e fa passare un messaggio pericoloso quasi intimidatorio: quello cioè che di fronte alle problematiche e alle criticità non si possa protestare e non ci si debba esporre. Non è questo il ruolo della scuola, e neppure degli organi collegiali".
   

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