Sono trascorsi 26 anni dalla
strage di Capaci, quando il 23 maggio del 1992 morirono Giovanni
Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta
(Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro): simboli e
vicende della lotta alla mafia, e di un periodo oscuro di bombe
e attentati, che i giovani studenti del 2018 non hanno vissuto,
ma che ricordano e fanno rivivere nella "Giornata della
legalità", celebrata in tutta Italia, e che si è svolta stamani
a Potenza, nell'aula magna dell'Università della Basilicata.
All'incontro hanno partecipato, accanto agli studenti lucani,
il commissario regionale antiracket, Luigi Gay, il presidente
della consulta degli studenti Francesco Contini, il referente
per la legalità dell'Ufficio scolastico regionale, Barbara
Coviello, e il procuratore della Repubblica Francesco Curcio.
Dopo i saluti del rettore dell'Unibas, Aurelia Sole, del
Prefetto di Potenza, Giovanna Cagliostro, della dirigente
dell'Ufficio scolastico regionale, Claudia Datena, e del
presidente della Regione, Marcello Pittella, è cominciato il
dibattito e il confronto su quel periodo e sulla lotta alle
mafie.
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