Si è insediata a Palazzo
Alvaro la Commissione Beni confiscati della Città Metropolitana
di Reggio Calabria. Immediatamente operativo l'organismo, del
quale fanno parte Luciano Cama, Giuseppina Palmenta, Eleonora
Maria Anna Scrivo, Cosimo Sframeli, Salvatore Fuda, Maria Teresa
Scolaro e Filippo Bova che, nella seduta odierna, è stato eletto
presidente all'unanimità". Lo riferisce un comunicato
dell'ufficio del portavoce della Città metropolitana.
"Il ruolo della Commissione - si aggiunge - è un ruolo
importantissimo, soprattutto in una dimensione metropolitana che
vede l'Ente in prima linea al fianco dei sindaci, delle
amministrazioni e dei cittadini del territorio, in un settore
delicato come quello dei beni confiscati. Ed è stato proprio
questo il fulcro dell'intervento di avvio ai lavori del Sindaco
della Città Metropolitana, Giuseppe Falcomatà, che ha voluto
sottolineare il delicatissimo compito dell'Ente laddove vi siano
difficoltà, soprattutto nei piccoli centri del territorio,
legate al reimpiego dei beni".
"Ognuno di coloro che siede a questo tavolo - ha affermato
Falcomatà - conosce perfettamente l'attenzione che
l'Amministrazione comunale e quella Metropolitana stanno dando
al tema dei beni confiscati, per stravolgere un record negativo
che in questi anni ha registrato la nostra città, con la sua
provincia, e che la vede tristemente primeggiare quale città con
il più alto numero di beni sequestrati e confiscati alla
criminalità organizzata. Invertire la tendenza significa
divenire la provincia con in maggior numero di beni assegnati
per fini sociali. É una cosa che si sta iniziando a realizzare
attraverso la legge istitutiva dell'Agenzia e che è prevista dal
nuovo Codice antimafia attraverso varie destinazioni a sfondo
sociale o con finalità culturali, senza dimenticare l'esigenza
abitativa. Destinazione, quest'ultima, che sopperirebbe a
situazioni di difficoltà incancrenitesi nel corso degli anni,
soprattutto in una città come Reggio che soffre la carenza di
alloggi popolari. Questo l'imprinting dato in città e che vorrei
si sviluppasse anche a livello metropolitano con lo stesso modus
operandi, in linea con il nostro indirizzo politico".
"Ciò che si deve fare - ha aggiunto il Sindaco - è invertire
l'aspetto culturale rispetto all'utilizzo dei beni confiscati
nei comuni della Metrocity. Principalmente nei piccoli centri
questo utilizzo può rappresentare un problema, ma il compito
della Metrocity è quello di arrivare proprio dove ci sono
situazioni insolute per il timore, nella migliore delle ipotesi,
per complicità, nella peggiore, con amministrazioni che hanno
altri interessi e che non si identificano con il bene comune.
Dove ci sono queste carenze il nostro ruolo è quello di supplire
e ristabilire la legalità che, con la mera confisca, resterebbe
incompiuta. Questo credo sia il fine ultimo del Codice
antimafia: non solo aumentare quantitativamente il numero dei
beni sottratti alle mafie, ma soprattutto aumentare la qualità e
quantità attraverso l'opera di assegnazione. In questo senso lo
scatto in più che vorrei avesse la Metrocity, attraverso questa
Commissione, sarebbe nella direzione di intervenire su queste
situazioni insolute a causa della debolezza della politica".
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