"Mafia nigeriana": la prima inchiesta
della squadra anti tratta" di Sergio Nazzaro, pubblicato da
Città Nuova Editrice, è un'ideale trittico di reportage
dell'autore campano, riconosciuto come uno dei massimi esperti
del campo. Una trilogia di inchieste sparse un arco decennale,
cominciate con MafiAfrica e Castelvolturno esito nei saggi
Einaudi. Questa volta l'attenzione dello scrittore Nazzaro è
rivolto alla penetrazione nel nord Italia e i suoi collegamenti
con la Nigeria. Un libro che con documenti esclusivi e
intercettazioni ma pubblicate prima narra l'inchiesta Atheneum
condotta dal giudice Stefano Castellani e condotta dal
commissario Fabrizio Lotito che ha diretto la Squadra
antitratta. Un'inchiesta che porta nel cuore della mafia
nigeriana. In esclusiva per l'ANSA una intervista di Sergio
Nazzaro.
È il terzo reportage sulla mafia nigeriana, da cosa è nata
questa esigenza?
"Mi occupo di questo fenomeno da oltre un decennio. Prima
sconosciuto ora dibattuto da troppi e con troppe inesattezze per
usare un eufemismo. Cerco di portare semplicemente alla luce la
complessità di questa mafia attraverso il lavoro, complesso e
articolato, della magistratura e delle forze dell'ordine.
Naturalmente ci sono le voci anche dei mafiosi per consegnare un
quadro completo".
Questa inchiesta svolta a Torino cosa ha di particolare da
diventare un libro?
"Perché è stata condotta dalla polizia locale di Torino,
distaccata presso la Procura e perché ha portato alla creazione
di un'apposita task force: la squadra antitratta. Un unicum in
Italia che ha permesso di affrontare questo grave problema in
maniera stabile nel corso degli anni. Hanno indagato sulla mafia
nigeriana polizia carabinieri e guardia di finanza. È la prima
volta che lo fa anche la polizia locale portando a compimento
un'inchiesta dai numeri impressionanti ma soprattutto ottenendo
anche in secondo grado la conferma delle condanne per mafia"
Il momento più importante di questa opwrazione qual è stato?
"L'intercettazione di un meeting internazionale svoltosi a
Bologna che ha permesso di mettere nero su bianco cos'è la mafia
nigeriana, chi sono i capi e quali obiettivi hanno".
Come sei riuscito a realizzare questo reportage?
"Ho avuto pieno accesso ai documenti ma soprattutto, grazie al
prezioso aiuto de commissario Lotito, uno sguardo dall'interno
della SAT, di come hanno lavorato, agito e pianificato questa
indagine. Un'indagine che dimostra come non servono soldati o
allarmismi sulle mafie ma un vero lavoro di intelligence
condotto da professionisti. Importante è dare a queste donne e
uomini i mezzi necessari".
Di questa nuova mafia cosa ti colpisce e preoccupa?
"Mi preoccupa che viene usata per coprire le mafie bianche. Mi
preoccupa che nelle periferie del nord hanno preso saldamente
piede come in quelle del sud ma sempre su mandato delle nostre
mafie. Che questa mafia desta allarme e gli dedicano servizi su
servizi mentre sulle nostre mafie quasi regna il silenzio, ecco
mi preoccupa molto. L'unica distinzione che si può fare è tra
criminali e onesti. Le mafie non conoscono razzismi, e dovunque
c'è mafia c'è una persona sfruttata da salvare".
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