Sono passati quasi tre anni
dall'approvazione in Campidoglio del regolamento per
l'assegnazione e l'utilizzo sociale dei beni confiscati. Oggi
Libera. Associazioni, nomi e Numeri Contro le Mafie chiede che
sia attivato il Forum sui beni confiscati aperto alle realtà
sociali, "mai ufficializzato né convocato dall'Amministrazione
Capitolina".
Il regolamento sui beni confiscati di Roma Capitale, approvato
nel giugno 2018, è stato - ricorda l'associazione - il frutto di
un percorso di confronto che ha visto protagoniste le
associazioni, i sindacati, i presidi antimafia, i comitati, le
cooperative sociali, le parrocchie, i movimenti per il diritto
all'abitare, il coordinamento docenti e le case delle donne
della realtà della Rete dei Numeri Pari. Al suo interno il
regolamento prevedeva l'attivazione di un luogo di confronto
fondamentale - il forum beni confiscati - e ne disponeva la sua
attivazione entro sei mesi. Sono passati due anni e nove mesi.
"La partecipazione è un elemento indispensabile per connettere
l'amministrazione con quel tessuto sociale che ogni giorno si
impegna nel contrasto alle povertà e alle disuguaglianze, e che
può esprimere un contributo decisivo per la costruzione di buone
pratiche di utilizzo sociale dei beni. Una funzione che il Forum
avrebbe potuto assolvere, e che diviene ogni giorno più
importante anche a causa delle grandi difficoltà che la città di
Roma sta vivendo.
In una fase in cui la Giunta ha tagliato i fondi alle politiche
sociali e ha contrastato i movimenti che fanno lotta alle mafie
invece che riconoscerli, dove gli effetti della pandemia
colpiscono in maniera più dura i ceti popolari e i ceti medi,
rafforzano le mafie e aumentano la pervasività del welfare
mafioso, il ritardo dell'Amministrazione è gravissimo. Roma è
una città che da decenni ha conosciuto una progressiva
trasformazione economica, sociale e criminale, diventando un
luogo strategico proprio per gli affari delle organizzazioni
criminali. È il luogo degli investimenti delle mafie, delle
relazioni e del potere della borghesia mafiosa. È ancora la
città del mondo di mezzo dove la corruzione è una lingua parlata
da tutti, ma rappresenta anche uno dei mercati di stupefacenti
più ricchi del Paese, che offre opportunità di crescita ai clan
locali e non solo".
A Roma sono 288 gli immobili confiscati e già destinati, e
ben 656 quelli in gestione all'ANBSC. Ancora di più quelli
sottoposti a sequestro e gestiti dal Tribunale di Roma, che da
anni ha sviluppato un protocollo per immaginare fin dalla fase
di sequestro un possibile utilizzo sociale dei beni. "Il forum
deve essere attivato con rapidità perché - non solo lo prevede
il regolamento approvato nel 2018 - ma ne ha bisogno la città
tutta. Questo permetterebbe di restituire alle comunità i beni
confiscati alle mafie e generare nuovo welfare; fornire spazi
per le associazioni che sono quotidianamente impegnate a
costruire coesione, coinvolgimento e partecipazione sui
territori; costruire una nuova cultura contro le mafie e la zona
grigia, guidata dalla giustizia sociale", conclude Libera.
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