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Carla Accardi, cento anni di segno e colore in mostra

Carla Accardi, cento anni di segno e colore in mostra

Al Palaexpo una grande antologica fino al 9 giugno

ROMA, 05 marzo 2024, 18:11

di Elisabetta Stefanelli

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cento anni di luce, di segno, di poesia, di impegno, e non sentirli per una grande artista come Carla Accardi che finalmente viene celebrata con una bellissima antologica che travolge, ripercorrendone l'opera di straordinaria attualità a cento anni dalla sua nascita avvenuta a Trapani nel 1924. Dal 6 marzo e fino al 9 giugno il Palazzo delle Esposizioni, nel cuore della città di Roma in cui è a lungo vissuta fino alla scomparsa nel 2014, riprendono vita con precisione anastatica cento sue opere che coprono l'intero arco della sua attività, dal 1946 al 2014. La cura dell'esposizione e del catalogo è affidata a Daniela Lancioni e Paola Bonani, curatrici dell'Azienda Speciale Palaexpo che hanno fatto un grande lavoro riportando in vita, attraverso una minuziosa documentazione fotografica, gli allestimenti così come erano stati voluti dalla stessa artista.
    L'allestimento occupa tutto il piano nobile del PalaExpo, con sette sale organizzate in ordine cronologico e la rotonda centrale che ospita le trasparenze del sicofoil - tra i suoi materiali prediletti insieme alla tempera alla caseina su tela - e il rosa della spettacolare Triplice tenda (1969-1971) proveniente dal Centre Georges Pompidou di Parigi. Si parte da una serie di pannelli biografici molto ben curati che riassumono l'esistenza di un'artista che è stata tra le poche donne di primo piano dell'arte italiana del secondo dopoguerra, un'artista che ha attraversato le arti con contatti ad esempio strettissimi con la poesia, che ha attraversato la stagione del femminismo ma che ha anche superato il limite delle generazioni in un continuo rinnovamento della sua opera che pure ruota intorno ad alcuni elementi cardinali, come qui si comprende chiaramente.
    Dalle prime esperienze del dopoguerra - con alcune rare opere - e delle avanguardie, dopo il soggiorno parigino l'arte di Carla Accardi alterna l'evidenza del colore al bianco e nero, la trasparenza dei materiali alla purezza della materia, con una netta predilezione per il segno che è geometria, è natura, ma anche grafica significante: "ripetizione e asimmetria" come dice Achille Bonito Oliva in un video che accompagna la mostra.
    Passando attraverso la bellissima stanza della sua installazione alla Biennale di Venezia del 1988 riprodotta fedelmente (ad eccezione di due dipinti che non è stato possibile rintracciare).
    Questi dipinti, tutti di grandi dimensioni, rappresentano nel loro insieme una summa del lavoro di Carla Accardi nel corso degli anni Ottanta. Tra gli altri: Grande dittico del 1986, Animale immaginario 3 del 1987 e Grande capriccio viola del 1988, tutti provenienti da collezioni private. Tante le opere importanti, da A Gent abbiamo aperto una finestra del 1971-1986 proveniente dal Museum Van Hedengaagse di Gent, a Casa labirinto del 1999-2000 e Cilindrocono del 1972-2013, il grande fregio (lungo 12 metri) intitolato Si dividono invano del 2006 o Verderosso del 1963 proveniente dalla Collezione Intesa Sanpaolo di Milano, Violarosso (Concilio) del 1963 proveniente dal Museo del Novecento di Milano, Oriente del 1964 proveniente dalla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati di Lugano, Tenda del 1965-1966 di collezione privata, Rotoli del 1966-1971 provenienti in parte dal Castello di Rivoli e in parte dall'Archivio Accardi Sanfilippo. Molto significativa anche la sala degli anni Settanta dove si trova l'opera Origine del 1976 per la prima volta presentata così come ideata dall'artista: una sorta di attraversamento accostabile alla pratica dell'autocoscienza sperimentata dall'autrice con Rivolta femminile, il gruppo femminista del quale è stata co-fondatrice.
    Addirittura commovente poi la vitalità nell'esplosione di colore dell'ultima stanza, la settima, in cui si trovano i coloratissimi quadri dell'artista dell'ultimo decennio di vita. La sala si chiude con gli ultimi due dipinti di Carla Accardi, Imbucare i misteri e Ordine inverso, realizzati poco prima della sua scomparsa. La mostra, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, è ideata, prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo e realizzata con la collaborazione dell'Archivio Accardi Sanfilippo e con il sostegno della Fondazione Silvano Toti. 
   

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