Un percorso espositivo
originale che intende mostrare al pubblico italiano il
patrimonio culturale della città di Madaba, in Giordania,
considerata la città dei mosaici a livello mondiale, con
particolare riguardo a quelli numerosi delle chiese bizantine.
Al centro della mostra la ricostruzione di manufatti,
architetture e ambienti - senza nessun pezzo originale ma solo
con la stampa in 3D e l'uso di nuove tecnologie immersive -
grazie alle quali riprende vita lo spazio liturgico degli
edifici sacri alto medievali di Giordania, così come quello
delle ricche dimore patrizie del VII sec d.C.. Si presenta così
a Palazzo Bernabei di Assisi "Madaba, la città dei mosaici"
(fino al 30 agosto), mostra voluta dell'Università degli Studi
di Perugia e realizzata grazie al finanziamento dell'Agenzia
italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).
L'area di Madaba, come è stato ricordato, ha tanto in comune
con Assisi e l'Umbria visto che gran parte dei resti
archeologici di uno dei più interessanti siti a livello mondiale
sono stati scoperti dai frati francescani. Per la curatrice
della mostra, la professoressa Donatella Scortecci del
dipartimento di Lettere - Lingue, Letterature e civiltà antiche
e moderne dell'Università degli Studi di Perugia, "viene portato
così in Italia un contesto archeologico difficilmente
raggiungibile e visitabile, straordinario e che pochi
conoscono".
La mostra itinerante - visto che oltre al pubblico italiano
sarà poi rivolta pure a quello europeo - è una prima
divulgazione delle attività del progetto "Scoprire Madaba" come
ha sottolineato il direttore scientifico Andrea Polcaro. Il
progetto "prevede la riabilitazione, protezione e valorizzazione
di almeno quattro aree archeologiche urbane all'interno della
città famosa per i suoi mosaici di epoca bizantina e collocata
accanto al Monte Nebo, sopra cui sorge il memoriale di Mosè, e
il potenziamento del turismo a Madaba, un turismo sostenibile
con un nuovo approccio per utilizzare e valorizzare i beni della
città".
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