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Uccisa a Faenza, la figlia parte civile contro il padre

il delitto di faenza

Uccisa a Faenza, la figlia parte civile contro il padre

Il presunto esecutore materiale chiede la perizia psichiatrica

RAVENNA, 06 ottobre 2021, 14:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La figlia di Ilenia Fabbri si è costituita parte civile contro entrambi gli imputati - dunque anche contro il padre - lamentando un danno da due milioni di euro e chiedendo di conseguenza un sequestro conservativo dei beni dei due. La difesa dell'esecutore materiale reo confesso del delitto ha chiesto una perizia psichiatrica sul proprio assistito. Sono in sintesi queste le novità più rilevanti emerse dal processo partito in mattinata davanti alla Corte d'Assise di Ravenna per l'omicidio della 46enne massacrata nella sua abitazione di Faenza, nel Ravennate, il 6 febbraio, esattamente otto mesi fa.

Alla sbarra ci sono il meccanico faentino 54enne Claudio Nanni, inquadrato dalla Procura come mandante ed ex marito della vittima. E il 53enne Pierluigi Barbieri, alias lo Zingaro, di origine cervese ma domiciliato nel Reggiano. I due, fatti entrare dalla polizia penitenziaria in momenti diversi, non si sono mai guardati. A cercare il contatto con gli occhi, prima con il padre e poi insistentemente con Barbieri, è stata la figlia della vittima, Arianna. Oltre a lei, si sono costituiti parte civile il fidanzato della 46enne Stefano Tabanelli, il padre Luciano e una zia. E poi il Comune di Faenza e le associazioni a tutela delle donne Sos donna, Udi e Gens Nova.

Una sessantina i testimoni chiamati dalle parti a deporre.

Nella prossima udienza la Corte deciderà su sequestro conservativo e perizia psichiatrica e verranno sentiti i primi sei testi del Pm. In finale di udienza brevi momenti concitati quando Arianna ha cercato invano di avvicinarsi alle gabbie per affrontare Barbieri. In aula, tra gli altri, erano presenti alcune amiche della vittima, con una maglietta con la foto di Ilenia stampata sopra.

"Non potevano non sentirci lesi e far sentire la nostra voce in aula in un caso così efferato di omicidio, nel quale la vittima è stata uccisa con modalità odiose e premeditate, che non le hanno lasciato alcuna chance di difesa", commenta l'avvocato Elena Fabbri, difensore di Gens Nova, associazione che lotta contro la violenza alle donne. 

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