La procura di Torino è convinta che
Roberto Rosso non abbia detto la verità e che sia in qualche
modo "ricattabile". È uno dei motivi per i quali il pm Paolo
Toso oggi ha chiesto Tribunale del riesame di respingere la
richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa dell'ex
assessore regionale arrestato il 30 dicembre per voto di scambio
politico-mafioso.
Rosso è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta sulla
presenza della 'Ndrangheta in Piemonte.
L'ipotesi degli inquirenti e che abbia fatto avere del
denaro, tramite intermediari, a due presunti boss in cambio di
voti in occasione delle ultime elezioni regionali. Rosso ha
respinto l'accusa affermando che in realtà si trattava di un
contributo per l'organizzazione sul territorio della campagna
elettorale. La difesa ha sottolineato che l'assessore si è
dimesso e che, di conseguenza, non ci sono più esigenze
cautelari che ne giustifichino la permanenza in carcere. La
procura si è detta di parere diverso.
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