Modellate sul museo piuttosto che
sulla galleria, in gran parte concentrate nel Nord Ovest (43%)
con Lombardia e Piemonte capofila. Per il 90% situate in città e
7 volte su 10 aperte tutte l'anno. Promuovono arte e artisti,
organizzano mostre ed eventi, ma fanno anche inclusione sociale,
sono protagoniste della rigenerazione urbana, investono in
giovani e ricerca e collaborano con le università.
È la fotografia scattata dal report "Le organizzazioni private
dell'arte contemporanea in Italia. Ruoli funzioni attività",
promosso da Associazione Civita, Comitato Fondazioni Arte
Contemporanea e Intesa San Paolo per una mappatura dettagliata e
inedita, con focus sul "modello italiano delle Fondazioni".
"Una ricerca - spiega Simonetta Giordani, segretario generale di
Civita - che testimonia l'estrema vitalità del mondo delle
fondazioni private. C'è una grande attenzione ai temi ambientali
e agli obiettivi dell'agenda 2030, ma soprattutto si lavora a
fianco delle istituzioni per coprogettare e non lasciare solo lo
Stato".
"Al Mibact - aggiunge Patrizia Sandretto Re Rebaudengo,
presidente del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea - oggi
chiediamo di continure a collaborare per la cultura, magari con
qualche aiuto in più" come "un'estensione dell'Art Bonus" al
settore privato del contemporaneo.
"L'Art bonus - risponde il Direttore generale Creatività
contemporanea e Rigenerazione Urbana del Mibact - si sta
dimostrando uno strumento formidabile. Il fatto che molti
settori chiedano di essere ricompresi ne testimonia la bontà. È
uno dei temi all'ordine del giorno. Come tutti i temi che
comportano oneri a carico del bilancio dello Stato deve essere
studiato con particolare attenzione".
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