"E' stato un finale concitato, negli
ultimi minuti di gara quando ci sono state delle provocazioni.
Non volevo che i miei ragazzi prendessero squalifiche o roba del
genere, siamo venuti a contatto io e Henry: il gesto non è stato
bello da vedere, ma la mia intenzione era quella di dividere i
giocatori". A parlare è Roberto D'Aversa, tecnico del Lecce,
nella disamina del concitato finale e del rosso diretto per il
contatto con Henry. E sempre a tal proposito il tecnico
chiarisce: "Non sono entrato in campo per dare una testata -
prosegue D'Aversa -, sono andato a salutare Baroni e poi volevo
evitare che i miei giocatori prendessero qualche squalifica
pesante. Henry si è avvicinato, ma la mia intenzione non era
quella di andare da lui. Lo ripeto, gesto brutto da vedere, ma
assolutamente non premeditato. Volevo separare i giocatori,
anche perché gli ultimi sette-otto minuti sono stati una
provocazione continua".
Infine, un pensiero sulla partita: "Nei primi quindici minuti
siamo stati un po' contratti - ammette D'Aversa - ed abbiamo
messo la partita sui loro binari. Se analizziamo la partita
nell'arco dei novanta minuti siamo usciti sconfitti con un tiro
da fuori deviato, abbiamo creato diverse occasioni per far gol
ma non ci siamo riusciti". E sulla contestazione nei suoi
riguardi da parte della tifoseria più calda, D'Aversa la pensa
così: "I cori nei miei confronti? Non entro nella testa dei
tifosi, sono liberi di fare quello che ritengono opportuno",
taglia corto l'allenatore.
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