E' barese uno dei coordinatori del
nuovo studio sul trattamento del mieloma multiplo, uno dei più
frequenti tumori del sangue. I risultati della ricerca sono
stati pubblicati sulla rivista inglese "Lancet Oncology", lo
studio clinico si chiama "FORTE" e ha preso in esame pazienti
che possono essere sottoposti al trapianto autologo di cellule
staminali. Pellegrino Musto, ordinario di Ematologia
dell'Università "Aldo Moro" di Bari e direttore del reparto di
Ematologia con Trapianto del Policlinico di Bari è, con la
professoressa Francesca Gay dell'azienda
ospedaliero-universitaria "Città della Salute e della Scienza"
di Torino, uno dei due coordinatori e autori principali di
questa ricerca. "Una pubblicazione internazionale che conferma
l'alto valore della ricerca scientifica svolta e del legame di
stretta integrazione tra clinica, ricerca e didattica,
caratteristica della qualità dell'offerta assistenziale del
nostro Policlinico", commenta il direttore generale del
Policlinico, Giovanni Migliore. "I dati di questo importante
studio clinico - ricorda Musto - derivano a 474 pazienti,
provenienti da 42 centri italiani di ematologia, che hanno
ricevuto alternativamente, in maniera casuale, tre diversi tipi
di terapia, con o senza trapianto. I risultati ci dicono
innanzitutto che il trapianto autologo, già ampiamente
utilizzato in questa patologia, ma preceduto in questo caso da
un diverso e più potente trattamento di induzione a tre farmaci
(carfilzomib, lenalidomide e desametazone), rappresenta un
possibile nuovo standard terapeutico". "Il secondo e ancor più
innovativo elemento che deriva da questo studio - continua Musto
- è che viene per la prima volta dimostrato che la combinazione
di due farmaci (carfilzomib e lenalidomide) risulta essere più
efficace nel prolungare significativamente la fase di remissione
di malattia dopo il trapianto rispetto all'attuale terapia di
mantenimento, rappresentata dalla somministrazione della sola
lenalidomide".
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