"Volevo comunicare al pubblico,
sia all'inizio che alla fine del film, che quello che stanno
vedendo è spettacolo. Proprio come Pirandello, volevo far capire
che tutto ciò che uno vive è teatro: vita e teatro allo stesso
tempo".
Così Paolo Taviani parla a Variety di LEONORA ADDIO, il primo
film senza il fratello Vittorio morto quattro anni fa, che passa
domani, unico film italiano, in concorso alla Berlinale 2022 e
in sala dal 17 febbraio con 01.
Un'opera dedicata proprio al fratello e che può essere vista
sicuramente come un suo addio fraterno: "Vittorio mi ha detto:
'Dopo la mia morte non voglio che esca alcun film con il mio
nome, nessun film che io non sia in grado di controllare e
amare".
E ancora una considerazione di Paolo Taviani su LEONORA ADDIO
che utilizza, oltre al materiale di repertorio tanti frammenti
di cinema neorealista: "Vittorio ed io abbiamo sempre
considerato quel periodo cinematografico importante quanto il
Rinascimento e che c'è più verità nei film neorealisti che in
qualsiasi materiale d'archivio".
Il film inizia con Pirandello che riceve il premio Nobel per la
letteratura nel 1934 e poi segue la bizzarra vicenda delle sue
ceneri frettolosamente affidate al Cimitero del Verano a Roma e
poi portate, quindici anni dopo in Sicilia. L'occasione di un
viaggio attraverso l'Italia del dopoguerra appunto vissuta parte
con la fiction e poi con filmati d'archivio e frammenti di film
neorealisti.
Dopo questa prima parte in bianco e nero si passa ai colori con
la messa in scena, nella Brooklyn dei primi del 1900, de IL
CHIODO uno degli ultimi racconti scritti da Pirandello prima di
morire.
I fratelli Taviani hanno vinto l'Orso d'oro nel 2012 con CESARE
DEVE MORIRE, un film sui detenuti di un carcere di alta
sicurezza che interpretano un'opera di Shakespeare.
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