Lee Jung-Jae, la star del fenomeno
televisivo Squid Game ha portato a Cannes in prima mondiale, per
la sezione mezzanotte, il suo debutto alla regia, Hunt. E' sulla
breccia del cinema coreano da una trentina d'anni ma è con la
serie trasmessa da Netflix che ha raggiunto la fama
internazionale. Della spy story Hunt è attore, produttore,
sceneggiatore con Jo Seung-Hee e appunto regista.
Il film è un giallo psicologico pieno di azione in cui la star
asiatica interpreta Park Pyong-Ho, leader dell'unità estera
della Central Intelligence Agency coreana, invisichiato in una
trama di intrighi globali che anche se è ambientato negli anni
'80 delle tensioni tra America e Asia ha anche alcune cose
attuali ad esempio sul pericolo della disinformazione e sulle
violazioni dei diritti umani. La sfida è con Jung Woo-Song, tra
i più talentuosi attori sud coreani, amico per la pelle di Lee
Jung-Jae, che in Hunt interpreta il capo dell'unità domestica
della KCIA Kim Jung-Do incaricato di affrontare un'indagine che
lo contrappone direttamente a Pyong-Ho. Una guerra di
intelligence tra Corea del Sud e Corea del Nord durante il
governo militare degli anni '80.
Entrambi gli attori sono all'altezza del compito in questo
avvincente thriller che sulla scia di Squid Game e dell'onda
cine-televisiva sud coreana potrebbe avere un buon successo
internazionale.
"Questo film non parla solo di ciò che sta accadendo in Corea,
ma anche di fermare tutti i conflitti nel mondo", ha detto. "Mi
piace pensare che Hunt parli più di persone che cercano di
raddrizzare le loro ideologie imperfette, piuttosto che
raccontare una storia locale sulla Corea del Nord e la Corea del
Sud. Grazie alle piattaforme - ha concluso Lee Jung-Jae ,
premiato come migliore attore in America con lo Screen Actors
Guild - siamo riusciti a farci conoscere ad un pubblico
internazionale e spero che anche questo film sia ben accolto".
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