Per commemorare l'anniversario
della scomparsa di Cesare Pavese, a settant'anni dalla sua
morte, il Premio Cesare Pavese per la prima volta si dota di una
propria immagine guida e la affida a un illustratore conosciuto
in Italia soprattutto per i suoi acquerelli letterari e
apprezzato in tutto il mondo per il suo tratto poetico: Paolo
Galetto. Per il Premio Cesare Pavese ha ritratto lo scrittore
mentre, tornato bambino, seduto a gambe incrociate, osserva,
sospeso tra cielo e nuvole, le verdi colline delle Langhe, senza
farci vedere il volto, ma riprendendolo di spalle, quasi a
rispettare la riservatezza di Pavese.
"Mi piace molto l'atto del disegnare - spiega Paolo Galetto
- e mi piace molto la prima parte della nostra vita, l'infanzia.
Allora ho deciso di disegnare Pavese bambino, immaginare la
fantasia come un ritratto visto da dietro, su un tappeto, foglia
volante, che ha profumo di campagna e di mare. Inoltre
l'infanzia è la cosa più distante dall'idea
dell'autodistruzione, dal suicidio. In questo modo mi sembra di
perdonare e farsi perdonare da Pavese".
In occasione delle due giornate dell'edizione numero
trentasette del Premio, che si svolgerà sabato 24 e domenica 25
ottobre a Santo Stefano Belbo (Cuneo), paese natale dello
scrittore, sarà presentato il documentario con l'intervista
inedita a Maria Luisa Sini, nipote di Pavese, figlia della
sorella di Pavese, e Gabriella Scaglione, figlia di Pinolo
Scaglione - il Nuto del romanzo La luna e i falò. Una novità
anche nella struttura del Premio con la sezione Narrativa
accanto a quelle di Editoria, Traduzione e Saggistica. In giuria
arriva Chiara Fenoglio.
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