Un po' Crazy Horse, con splendide
ballerine in topless, un po' Achille Lauro: la Thais di Massenet
andata in scena alla Scala ieri sera nell'allestimento di
Olivier Py, regista che dal 2013 è a capo del festival di
Avignone, ha raccontato guardando anche all'oggi la vicenda
della cortigiana 'convertita' all'amore celeste dal monaco
Athanael, che cade però preda del desiderio carnale.
D'altronde, come ha spiegato lui stesso, "Thais racconta il modo
in cui Eros si svela in una società oppressa dalla morale
borghese". Ci potevano essere tutti gli ingredienti per una
contestazione: i riferimenti alla Tentazione di Sant'Antonio di
Felicien Rops, l'elemento grottesco delle maschere in
cartapesta, il nudo maschile, e poi il fatto che il pubblico
scaligero non è famoso per le sue vedute apertissime. Ma così
non è stato, perché gli spettatori hanno apprezzato, tributando
undici minuti di applausi per quest'opera al debutto milanese.
Debutto per Py, ma anche per l'opera scritta da Massenet nel
1894, che al Piermarini è stata rappresentata una sola volta nel
1942, ma non nella versione in francese. Sul podio Lorenzo
Viotti, il direttore musicale della Royal Dutch Opera,
affascinante nel fisico e nel modo in cui ha diretto l'orchestra
eseguendo una partitura piena di sfumature, che rappresentano il
sacro e il carnale. Applaudito il cast canoro (una straordinaria
Marina Rebeka nel ruolo principale, il baritono Lucas Meachem
come monaco Athanaël, Giovanni Sala con look da Achille Lauro
come Nicias, il ruffiano amante di Thais) danzatori che ne
diventano le pulsioni, gli alter ego con le coreografie di Ivo
Bauchiero.
E dunque applausi convinti per tutti, anche per il resto del
cast di giovani cantanti come Caterina Sala (sorella di
Giovanni-Nicias) nella parte di Crobyle, Anna-Doris Capitelli
(Myrtale), Federica Guida (La Charmeuse) che tornerà in Un ballo
in maschera, e ancora Valentina Pluzhnikova (Albine), Insung Sim
(Palémon) e Jorge Nelson Martinez (un servitore).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA