Si può raccontare una storia di rapimento, amore e mafia in una Sicilia senza cannoli e luoghi comuni, e per giunta in un noir fantasy che ricorda le atmosfere de Il labirinto del fauno? Bella impresa quella di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza in Sicilian Ghost Story che ha avuto, non a caso,l'onore dell'apertura oggi della Semaine de la Critique al Festival di Cannes e sarà in sala in Italia, sempre da oggi, con la Bim .
Atmosfere cupe con protagonisti assoluti il ventre della terra vulcanica e i suoi misteri, cani feroci che sembrano usciti dal mondo degli inferi e, in contrasto, le facce pulite di due adolescenti che si amano. Lui è Giuseppe (Gaetano Fernandez del quartiere Zisa di Palermo) ricco ragazzino di tredici anni che ha una colpa imperdonabile e minacciosa (il padre assente è collaboratore di giustizia), lei Luna (Julia Jedlikowska, polacca palermitana), sua compagna di classe innamorata di lui da sempre, di un amore puro e contrastato (i suoi genitori non vogliono che frequenti il ragazzo).
Quando Giuseppe scompare, rapito per vendetta dalla mafia, Luna non si rassegna alla sua sparizione.
Si ribella al silenzio e alla complicità che la circondano e pur di ritrovarlo, discende, tra sogno e realtà, nel mondo oscuro che lo ha inghiottito e che ha in un lago una misteriosa via d'accesso.
Il film, con il direttore della fotografia Luca Bigazzi, è liberamente ispirato al racconto 'Un cavaliere bianco' di Marco Mancassola edito da Giulio Einaudi nel volume 'Non saremo confusi per sempre'.
Il racconto, a sua volta, fa riferimento al fatto di cronaca che vide coinvolto Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido nitrico a soli tredici anni dalla mafia nel 1996 nel tentativo di far tacere suo padre Santino Di Matteo, collaboratore di giustizia ed ex-mafioso.
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