Una favola moderna con tanto di superman interpretato da un Luca Argentero nei panni di Anselmo, un uomo con disturbi autistici che ricorda molto un Forrest Gump nostrano il quale però a un certo punto diventa anche un improbabile supereroe con corazza di rame. Da qui il titolo 'Copperman' di Eros Puglielli con nel cast, oltre ad Argentero, Antonia Truppo, Galatea Ranzi, Gianluca Gobbi e Tommaso Ragno.
Il film, in sala dal 7 febbraio in circa 300 copie con Notorious Pictures, è sicuramente coraggioso e inedito nel panorama italiano, grazie anche a un racconto surreale e pieno di colpi di scena che guarda a supereroi improvvisati (non ultimo Jeeg Robot), ma anche ad atmosfere alla Miyazaki.
"Copperman, ovvero Anselmo, è un uomo che viaggia nel mondo con l'innocenza di un bambino e il cuore di un leone" si legge nelle note di regia.
Abbandonato dal padre, che crede un supereroe, Anselmo vive con la madre (Ranzi) che a forza di ripetergli quanto sia "speciale" lo convince che sia proprio così. Il suo grande amore resta Titti che ha conosciuto a scuola e poi c'è Silvano (Ragno), fabbro del paese e suo amico da sempre. Proprio grazie a lui, che gli costruisce una singolare corazza fatta con materiali di scarto, il semplice e innocente Anselmo diventa Copperman.
"La storia di un uomo che vive il sogno di un bambino - spiega il regista -. Il film ruota attorno al tema dell'autismo, per raccontare come un elemento di diversità possa trasformarsi in un arricchimento".
Realizzare una favola, aggiunge poi Puglielli, "è un privilegio, perché è fatta di archetipi, è universale e arriva ad adulti e bambini. Sicuramente Copperman è un film che può crearne altri simili, un lavoro che alza l'asticella verso territori nuovi per il cinema italiano".
"Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che era molto bella, ma che non se ne sarebbe mai fatto un film - ammette Argentero -. Fare un supereroe poi è sempre stato il mio sogno, lo confesso, ma va detto poi - aggiunge l'attore - che il tema della malattia del protagonista mi ha fatto subito tremare le ginocchia. Fare riferimento allo spettro autistico era una cosa che andava fatta bene e con il dovuto rispetto. Per prepararmi è stato utile parlare con medici e genitori, il tutto per essere il più possibile rispettoso verso questa malattia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA