"Dopo 121 anni di attività - ha
ricordato Danese - siamo ben consapevoli del valore e della
necessità di imboccare nuove strade per confermarci una leva
efficace per il business delle imprese: 121 anni fa le fiere e
le esposizioni universali erano lo specchio della fiducia nei
confronti del progresso verso gli innovativi ideali di
universalità, di conoscenza, di commercio e di pace".
Il presidente di Veronafiere ha osservato che "con la fine
del secolo scorso e l'inizio del nuovo Millennio abbiamo
assistito alla globalizzazione dell'economia, dei commerci e
alla digitalizzazione. In quest'ultimo decennio sono state fatte
conquiste straordinarie: nella ricerca biomedicale;
aerospaziale; informatica; nella robotica. E anche questa volta
le fiere si sono dimostrate all'altezza del compito, trasferendo
informazioni, permettendo alle innovazioni tecnologiche di
diventare prodotti e di acquisire mercati.
"Nonostante lo straordinario sviluppo dei sistemi
informatici, dei big data, delle blockchain, il mondo virtuale
ha ancora bisogno di quello reale - ha aggiunto -. Le persone
amano ancora viaggiare, conoscere, incontrarsi. E le fiere
assolvono questa esigenza, creando proprie community. Le fiere
moderne hanno quindi la capacità di conciliare la
globalizzazione dei mercati con le esigenze di sviluppo locale
delle imprese, soprattutto delle piccole e medie che
rappresentano la spina dorsale dell'economia in Europa". "Siamo
entrati nel Terzo Millennio - ha proseguito Danese -, negli
ultimi vent'anni, le Fiere sono cresciute proprio in quelle aree
del mondo che si sono sviluppate maggiormente a livello
economico e tecnologico. L'Asia oggi vale il 20% del mercato
fieristico; due decadi fa la percentuale era quasi allo zero.
Anche questo è un segnale da cogliere perché, come un organismo,
anche le fiere devono adattarsi per evolvere e sopravvivere ad
un ambiente in continuo mutamento. Innovazione è la parola
chiave anche per lo sviluppo del sistema fieristico".
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