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Responsabilità editoriale di Advisor
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“Oggi è sempre più evidente uno scollamento tra l’oro fisico e quello finanziario. Possedere lingotti e monete sta facendo diventare immuni finanziariamente dal Coronavirus”. Giacomo Andreoli, ceo di Confinvest, spiega come questa asset class sia diventata oggi fondamentale per ottenere rendimenti per investitori istituzionali, retail e banche.
Quando è nata Confinvest e perché? “Nasce nel 1983 in Italia come operatore dell’oro da investimento con lo scopo soprattutto di diventare un punto di riferimento per il sistema bancario, per i consulenti finanziari, e per tutti i private. Ma anche per la parte retail, ovvero per tutti i cittadini italiani che vogliono acquistare o vendere monete d’oro o lingotti. E’ nata proprio perché c’era un gap molto ampio sul mercato italiano, dove tutti quelli che volevano operare nell’oro fisico non avevano una controparte con cui interfacciarsi. In quasi 40 anni Confinvest si è costruita questo posizionamento come hub centrale per tutto quello che riguarda l’oro fisico, monete e lingotti. Se in Italia qualcuno vuol fare investimenti o disinvestimenti in questa asset class, banche comprese, si interfaccia molto spesso con noi. Negli anni il processo di crescita, ci ha visto diventare un market maker che fa il prezzo di riferimento delle quotazioni di Borsa delle principali monete”.
Il primo agosto 2019 Confinvest si è quotata su Borsa Italiana nel segmento AIM, e come sottolinea Andreoli, questo “ci ha permesso di diventare così una public company proprio perché abbiamo nel capitale investitori istituzionali italiani ed esteri e una società managerializzata in grado di continuare questo percorso di crescita con un piano industriale molto importante che nello stesso tempo aiuta il sistema finanziario e del risparmio italiano. Inoltre con il nostro progetto “Conto Lingotto” riusciremo, dalla fine di questo semestre, a fornire a tutti gli italiani una via d’accesso immediata per investire o disinvestire in oro fisico. Questa struttura sarà dedicata anche al sistema bancario che vuole offrire sul proprio home banking o nelle proprie app la nostra soluzione”.
L’esercizio 2019 si è chiuso con numeri importanti. Il ceo di Confinvest snocciola i dati: “Abbiamo realizzato un fatturato di 27,3 milioni, in crescita dell’85% rispetto al 2018. Questo grosso aumento si è trasmesso in maniera più che proporzionale nell’EBITDA, pari a 820mila euro e direttamente nell’utile netto a 610mila euro, una cifra dieci volte superiore al 2018. Questo ci permette di proporre all’assemblea, che si riunirà il 29 aprile, una distribuzione di un dividendo di 0,06 euro per azione nel momento in cui la BCE ha chiesto alle banche di sospendere i dividendi. In questo momento ci è sembrato utile dare un messaggio ai nostri investitori che hanno creduto nel nostro progetto supportandoli generando cassa in questo periodo di stress finanziario. Da questo punto di vista la nostra posizione è molto solida visto che avevamo un magazzino oro fisico in monete e lingotti, un vero e proprio tangibile value, di ca. 3,2 milioni al 31 dicembre 2019”. In più “anche il trend di crescita nel primo trimestre 2020 ricalca quello dello scorso anno. Da quando siamo entrati in azienda nel 2017 abbiamo iniziato un processo di crescita che ha portato la società da 10,9 milioni di fatturato ai 27,3 milioni di oggi”.
Come sta andando il vostro titolo dall’inizio dell'emergenza Coronavirus? “Da inizio anno siamo in crescita di circa un circa 25% nonostante tutta la Borsa stia facendo tra il meno 30 e meno 40. Stiamo dando soddisfazioni in termini di performance ai nostri azionisti in un momento in cui l’oro fisico sta attraversando una fase importante, con prezzi in crescita. Probabilmente siamo all’interno di un bull market che durerà anche sui tre-cinque anni e questo non potrà che fare bene al nostro core business. Nonostante abbiano svenduto tantissimi titoli sul mercato italiano, il nostro, ancorché sia entrato in una fase di volatilità, è diventato fortemente resiliente con un valore costantemente sopra i 4 euro. Considerate che l’Ipo era stata fatta a 1,50 euro”.
Per Andreoli l’oro rimane ancora un bene rifugio “nonostante sia entrato in una fase di volatilità vista la crisi di liquidità dei grandi investitori istituzionali. In una prima fase l’oro ha avuto una discesa ma adesso sta ritornando ai prezzi di pre-crisi quindi ai massimi dell’anno. L’oro, calcolando in euro, nel 2020 ha fatto più dell’8%. Inoltre qualsiasi valuta globale, franco svizzero compreso, è caduta nei confronti dell’oro”.
Per quanto riguarda gli obiettivi del 2020 dI Confinvest, il ceo si dice sicuro di “proseguire il percorso di crescita visibile nel primo trimestre 2020 con un approccio multi canale. Continueremo a lavorare col sistema finanziario per riuscire ad offrire i nostri servizi su tutte le reti bancarie italiane oltre che incrementare la nostra presenza sui canali digitali introducendo appunto la nostra soluzione ‘Conto Lingotto’ e il nostro sito Internet integrato che permette attività anche da remoto”.
“Il Coronavirus – conclude Andreoli - ha stravolto tante realtà: quelle che non erano pronte ad una digital transformation si sono dovute fermare. Noi abbiamo avuto un’accelerata per l’adozione delle nuove tecnologie. Per noi il Covid-19 ha creato un’opportunità molto importante per spingere ancora di più la nostra digitalizzazione e sfruttare la nostra operatività da remoto. Il 2020 sarà un anno cruciale per noi perché, oltre alla crescita del core business tradizionale, lanciando il ‘Conto Lingotto’ saremo in grado di testare il mercato e vedere gli effetti positivi sul nostro conto economico”.
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