Un settore dell'economia con un
indotto 'sterminato' quello immobiliare che se non bloccato da
vincoli normativi e fiscali, può contribuire in maniera
determinante allo sviluppo e la crescita dell'intero Paese. Ne
è convinta Confedilizia che, in occasione della sua conferenza
organizzativa nazionale fa il punto sulla situazione in vista
delle elezioni ed avanza una richiesta ben precisa: "affrontare
il tema del rilancio del settore immobiliare, uscendo dal
circolo vizioso che porta molti a limitare l'attenzione al tema
della tassazione sulla prima casa".
Sull'immobiliare, si sottolinea, gravano 50 miliardi di euro
annui di tributi, la metà dei quali di tipo patrimoniale. Quella
fiscale, quindi, è la prima emergenza da affrontare, con misure
incisive, con l'abolizione elle attuali forme di Imu e Tasi con
case 'impropriamente' definite di lusso, alla estensione della
cedolare secca, alla liberalizzazione dei canoni non abitativi.
Confedilizia ricorda che i dati Istat secondo i quali
l'edilizia è l'unico settore che in Italia non sta registrando
segnali di ripresa e quelli Eurostat che rilevano che il nostro
Paese è il solo in Europa in cui i prezzi delle abitazioni (e
cioè il valore dei risparmi delle famiglie) continuano a
scendere.
Ecco in particolare le richieste dell'associazione:
- tornare al livello di imposizione locale pre-Monti (dai 9
miliardi dell'Ici si è arrivati ai 21 di Imu e Tasi e sono
ancora tassate molte "prime case", quelle impropriamente
definite di lusso), abbandonando il criterio patrimoniale;
- prevedere la deducibilità dei tributi locali dall'imposta sul
reddito, come avviene in molti Paesi
- estendere la cedolare secca sugli affitti, il cui successo è
stato certificato dal Def, a tutti i contratti di locazione;
- stabilizzare la cedolare del 10% sugli affitti a canone
calmierato e fissare un limite alla tassazione Imu-Tasi sulle
case locate con questi contratti;
- eliminare la regola della tassazione dei canoni di locazione
non percepiti e ripristinata la deduzione del 15% per i
redditi da locazione (ridotta al 5% dal Governo Monti)
- adottare misure specifiche per salvaguardare i grandi
investitori dell'immobiliare, così come si impongono politiche
per le città.
- liberalizzare i contratti di locazione di immobili non
abitativi, ingessati da una legislazione vincolistica
risalente a 40 anni fa (la legge sull'equo canone del '78). Il
presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa sottolinea
infine come sia anche importante fornire maggiori garanzie ai
proprietari ai fini del rientro in possesso dell'immobile in
caso di finita locazione o morosità e consentire alla proprietà
immobiliare diffusa di sviluppare il turismo, "anziché - dice-
ostacolarla in modo miope. All'immobiliare serve tutto questo e
molto altro. Confedilizia attende risposte dalla
politica".
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