L'educazione finanziaria è un bene
anche per le banche. Ne è convinto il capo-economista di Intesa
Sanpaolo Gregorio De Felice che ha introdotto i lavori della
giornata dedicata al tema organizzata insieme all'Università
Cattolica e all'Associazione per lo sviluppo degli Studi di
Banca e di Borsa. "Per una banca responsabile - afferma - avere
una clientela informata di imprese oppure di famiglie è
certamente un valore positivo, perché permette tempi più rapidi
nell'interlocuzione con il cliente, una maggiore efficienza e si
evitano scandali, problemi e altri pasticci che abbiamo visto in
altri casi". Quindi - chiosa - "per Intesa Sanpaolo è un grande
valore avere una popolazione italiana con un alto livello di
educazione finanziaria".
Secondo De Felice, poi, "gli italiani non hanno una piena
concezione del rischio, anche rispetto a eventi catastrofici, e
quindi risparmiano più di quanto sarebbe necessario per far
fronte a quei rischi". "Polizze assicurative e altri strumenti
di copertura rispetto ad eventi spiacevoli - sottolinea -
permetterebbero di essere protetti rendendo necessaria una minor
quantità di risparmio e questo avrebbe un effetto positivo sui
consumi e quindi anche sull'economia italiana". "Gli strumenti
finanziari sono tanti - argomenta - e oggi 12mila miliardi di
obbligazioni nel mondo, su un totale di circa 50mila miliardi,
hanno un tasso di interesse negativo, poco intuitivo per le
famiglie e per tutti noi". "Anche questo - conclude - è un
elemento di complessità in più, che rende necessario un livello
maggiore di educazione finanziaria".
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