Boris Johnson "ha mentito" sul
Brexit deal raggiunto con l'Ue: è l'accusa lanciata dal leader
laburista Jeremy Corbyn, costretto a inseguire nei sondaggi il
premier Tory, stabile attorno al 42% dei consensi stimati a meno
di una settimana dal voto britannico del 12 dicembre. Parlando
in un comizio a Londra assieme al ministro ombra Keir Starmer,
Corbyn ha svelato un rapporto riservato di 15 pagine filtrato
dagli stessi uffici governativi nel quale si ammette che il deal
comporterà una serie di controlli doganali di fatto fra
l'Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito: un aspetto già
emerso, ma sempre negato da BoJo. Lui, da parte sua, replica
alle accuse e imputa al rivale laburista di voler dividere il
Paese con un secondo referendum sull'uscita dall'Ue. Corbyn
"prima era indeciso, ora non è sicuro", ironizza Johnson che
lancia uno slogan da tempi di guerra: "Non vogliamo una Gran
Bretagna neutrale". Poi promette la certezza di "una Brexit
fatta" il 31 gennaio.
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