Per molti decenni dopo l'inizio
della colonizzazione britannica dell'Australia, dove la Corona
aveva stabilito una colonia penale, furono numerosissime le
uccisioni di massa degli indigeni. Sono i massacri delle "guerre
di frontiera", in massima parte dimenticati almeno dalla
popolazione europea, solo negli ultimi anni oggetto di ricerche
approfondite, e ora anche di una mappa interattiva online,
compilata dall'Università di Newcastle, a nord di Sydney.
Secondo la ricerca, non ancora ultimata, i massacri furono
più di 500, perpetrati fra l'arrivo della Prima Flotta con un
carico di galeotti e soldati nel 1788, fino al 1930. Nelle prime
due fasi sono stati documentati con stretti criteri 250 episodi,
con un bilancio dei morti di circa 6200 aborigeni e meno di 100
coloni, con una media di 25 indigeni uccisi in ciascun massacro.
"La mappa mostra che gli australiani ora vogliono saperne il
più possibile di questi massacri di frontiera", ha osservato la
ricercatrice, il che rappresenta un cambio di rotta.
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