Classe 1941, romano, Innocenzo Cipolletta sbarca alla guida di Assonime dopo anni di esperienza alla guida di gruppi pubblici, come le Ferrovie dello Stato, e privati, come il Sole 24 Ore. Direttore generale di Confindustria per ben 10 anni, da 1990 al 2000, Cipolletta è stato anche presidente della Marzotto (dal 2000 al 2003), di Ubs Corporate Finance Italia (dal 2002 al 2006) e, appunto, più recentemente, del Sole 24 Ore (dal 2004 al 2007) e di FS (dal 2006 al 2010).
Ha ricoperto inoltre ruoli di funzionario e di dirigente all'OCSE e all'ISCO (Istituto Nazionale per lo Studio della Congiuntura). Molti gli incarichi attuali. Cipolletta è presidente di UBS Fiduciaria e del Fondo Italiano d'Investimento. Oggi è anche Presidente dell'Università di Trento, ma come docente universitario ha avuto incarichi anche all'Università la Sapienza di Roma alla Facoltà di Scienze Statistiche (dove ha studiato), all'Università di Reggio Calabria, alla Cesare Alfieri di Firenze, e alla LUISS Guido Carli di Roma.
Sua anche la presidenza dell'AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt). Nel 1993 è stato insignito dal Presidente della Repubblica dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. Come presidente di Assonime, il primo invito rivolto alle imprese è stato proprio quello di affacciarsi di più al mercato e di modernizzare la governance.
"Le imprese private sembrano restie a cercare capitali sul mercato e questo riduce il ruolo della Borsa nel processo di capitalizzazione delle imprese", ha spiegato subito dopo essere stato eletto. Il mantenimento degli assetti di controllo, pur "importante per la gestione delle imprese", non può "diventare un limite alla loro crescita. Abbiamo bisogno di imprese che, laddove utile per crescere, sappiano diventare public company". Per raggiungere questo obiettivo, occorre dunque anche che la composizione dei consigli di amministrazione "rispecchi maggiormente gli assetti di mercato", ed "è importante che i Cda siano composti da un numero sufficientemente ampio di consiglieri realmente indipendenti, a prescindere dalla loro provenienza da liste di maggioranza o minoranza". A tal fine sarebbe bene prevedere "un ruolo più incisivo del consiglio di amministrazione uscente" per la composizione del Cda come in altri paesi".
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