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La campagna Onu contro la violenza sulle donne

La campagna Onu contro la violenza sulle donne

Un ponte tra due ricorrenze: perché le violenze di genere violano i diritti umani

12 gennaio 2018, 18:51

a cura di Enrica Di Battista

ANSACheck

Corteo a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Corteo a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Corteo a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Manifestazioni, spettacoli, eventi: il 25 novembre l'Italia si è stretta intorno alle donne per dire 'no' alla violenza. Una giornata di denunce e cortei ma anche un momento di sostanziale concordia nel Paese per un tema che, una volta tanto, sembra non dividere.

"Siamo di fronte a un fenomeno oscuro e incomprensibile, ad episodi ricorrenti di gravissime violazioni dei diritti umani", ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Non basta denunciare gli episodi di violenza, cosa indispensabile e prioritaria, ma bisogna impegnarsi a rimuovere le cause e le condizioni", ha spiegato il Capo dello Stato. "L'Italia civile si unisce per dire basta alla vergogna della violenza sulle donne", è stato il messaggio via Twitter del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

E una no stop di 16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne in tutto il mondo: è la campagna dell'Onu 2017 che ha preso il via sabato 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per concludersi il 10 dicembre, Giornata per i diritti umani. Un ponte tra due date che vuole proprio sottolineare il fatto che la violenza contro le donne è una vera e propria violazione dei diritti umani. 

Almeno una donna su tre nel mondo ha subito una qualche forma di violenza nella propria vita: a casa, a lavoro, a scuola, in strada. La campagna UNiTE dell'Onu si concentra quest'anno sul tema "Nessuno deve essere lasciato indietro: poniamo fine alla violenza contro le donne e le ragazze", a partire da quelle più fragili e vulnerabili: tra i rifugiati, i migranti, le minoranze, i popoli indigeni e le popolazioni colpite da conflitti e disastri naturali. 

Si può aderire alla campagna attraverso i canali Facebook (https://www.facebook.com/SayNO.UNiTE/) e Twitter (https://twitter.com/sayno_unite), e condividendo sui social network gli hastag #16days e #orangetheworld, postando foto e video riguardanti il proprio contributo in questa battaglia culturale.

Nel mondo si sono moltiplicate le iniziative in occasione del 25 novembre.

A Roma la manifestazione più imponente con la partecipazione, secondo le organizzatrici ("Non una di meno") di 150mila persone.  "Non ci fermeremo - dicono - finché non saremo libere dalla violenza di genere in tutte le sue forme. In un anno di mobilitazioni, abbiamo scritto un Piano femminista contro la violenza maschile e di genere, uno strumento di lotta e di rivendicazione che porteremo in piazza. Saremo nelle strade a lottare per la nostra autonomia: la forza di migliaia di donne, trans e queer unite che si riconoscono nel #Metoo, anche io, per trasformarlo in #WeToogether, Noi Insieme".

Inoltre il movimento One Billion Rising dell'attivista e drammaturga americana Eve Ensler (autrice del celebre I Monologhi della vagina), lancia la campagna Solidarietà che culminerà il 14 febbraio 2018, coinvolgendo un miliardo di persone, per celebrare insieme in modo gioioso irriverente e libero, la volontà di fermare ogni forma di abuso sulle donne e sulle bambine. Solidarietà, Creatività, Unione sono le parole che si ritrovano nel documentario City of Joy, scritto e diretto da Madeleine Gavin, che il 25 novembre arriva in Italia come prima europea, al WeWorld Festival che si tiene a Milano.


CITY OF JOY

 

 

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