"E' divertente che la gente parli di una seconda ondata. Come fanno a saperlo? e perchè immaginano che sia in inverno?". Uno dei più famosi matematici israeliani a livello mondiale, e presidente dell'Agenzia Spaziale del paese, Isaac Ben-Israel è tornato all'attacco suscitando un nuovo vespaio di polemiche dopo aver sostenuto nei mesi scorsi che l'infezione da coronavirus avrebbe raggiunto il picco in 40 giorni e che sarebbe declinata fino quasi allo zero in 70 giorni, indipendentemente dalla misure prese dai singoli governi. "Ero nel giusto" ha commentato oggi con il Times of Israel anche se le sue tesi continuano ad essere contestate dalle autorità sanitarie secondo cui il professore "non ha conoscenza di epidemiologia e di sanità pubblica". Non solo, ma Ben-Israel - che pure ha appoggiato i provvedimenti di distanziamento ma sostenendo che hanno avuto un impatto limitato sui numeri dell'infezione - ha anche definito "fuori luogo" la sorpresa per il diverso tasso di mortalità tra gli infetti nei differenti paesi. "Si pensa - ha spiegato - che un minor numero di infezioni significhi decessi inferiori ma non è corretto. Non esiste una relazione spiegabile - ha insistito - tra il numero di persone infette e quello dei morti. Il loro rapporto, tra paesi diversi, a volte differisce di un fattore pari o superiore a 100". Per di più Ben-Israel si è detto in disaccordo su quanto sostenuto dal premier Benyamin Netanyahu che ha rivendicato "il successo" del modello Israele nella lotta al virus. "Non è perchè Israele abbia fatto qualcosa di speciale - ha ammonito - la stessa cosa è successa a Taiwan dove non c'è stato lockdown".
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