Rifiuti smaltiti illecitamente per occultare le produzioni in nero Per "Terra dei fuochi" si intende una vasta porzione di territorio, compresa tra le province di Napoli e Caserta, dove dall'ultimo decennio del secolo scorso si verificano incendi di cumuli di rifiuti, abbandonati lungo le strade periferiche. E' un sistema illegale di smaltimento prevalentemente di scarti di lavorazione di piccole attività produttive ed è strettamente correlato alla 'produzione in nero'. Chi, ad esempio, non è in regola con le autorizzazioni o con il fisco smaltisce in questo modo: non c'è alcuna tracciabilità.
Diversamente il rifiuto dovrebbe finire negli impianti di trattamento e così si saprebbe dove e come è avvenuta la produzione. Tra i primi a denunciare questo fenomeno è stato padre Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano, che ormai da un anno -anche per le sue denunce contro le organizzazioni criminali del territorio -vive da un anno sotto scorta.Lo smaltimento illegale dei rifiuti, molto spesso, viene affidati a personaggi che in cambio di qualche decina di euro, con mezzi di fortuna, trasportano questi scarti in campagna, abbandonandoli lungo i viottoli e poi provvedendo ad incendiarli.
La tecnica è ormai ben nota. Si crea innanzitutto un 'letto di combustione' (magari con vecchi pneumatici o stracci imbevuti di liquido infiammabile) e poi si appicca l'incendio. Etrai residuidi roghi non di rado sono stati rinvenuti anche solventi o vernici o scarti di eternit, oltre naturalmente a plastiche e diversi altri rifiuti speciali pericolosi e non.
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